Finanziaria ovvero la fiera delle illusioni

Ogni anno l'Italia dedica i mesi da settembre a dicembre, alla preparazione, discussione, contrapposizione, concertazione ed infine approvazione della legge finanziaria, il cui scopo principale è quello di reperire i fondi per tappare le voragini del debito pubblico, che ci portiamo sulle spalle da almeno 40 anni.
Arriviamo sempre a questa scadenza con l'acqua alla gola, terrorizzati che gli organismi internazionali creditori ci pignorino le migliori sostanze che abbiamo e l'Europa, stufa dei nostri trucchi contabili e del nostro egocentrismo, ci butti fuori dalla Comunità, per paura che l'italica situazione di sfacelo trascini anche gli altri partner's verso il basso.
Infatti il debito pubblico italiano è il più alto in Europa (prima eravamo almeno superati dal Belgio), mentre buona parte dei cittadini ha un tenore di vita superiore a quello degli omologhi europei (proprietà della casa, macchine, telefonini, vestiario, ristoranti ???).
Questa bella eredità che ci hanno lasciato (corrispondente a circa 4000 euro di debito, per ogni cittadino, compresi i neonati), è il frutto delle politiche degli anni 60/70, che per conservare il consenso, facevano andare la gente in pensione a 35 anni d'età, sommando riscatto laurea, matrimonio, figli, servizio militare ed anni di frequenza della parrocchia, senza considerare poi le pensioni d'invalidità che non si negavano proprio a nessuno.
L'industria era protetta e non aveva bisogno di sforzarsi per essere competitiva; quando le cose andavano bene, incassava i profitti, quando andavano male chiedeva ai governi la svalutazione della lira e metteva in cassa integrazione gli operai, scaricando i relativi costi sullo Stato e quindi sui quei poveri ed eroici contribuenti che non evadevano.
Anche i sindacati di fronte a queste situazioni di privilegio della loro controparte sociale, si sono organizzati e sono diventati tanto potenti da condizionare lo Stato, il quale per non averli contro ha cominciato a concedere diritti e prestazioni che non era in grado di sostenere finanziariamente, scaricando così il problema sulle future generazioni.
A livello internazionale nessuno si opponeva alla concessione dei prestiti all'Italia, di fronte alla furbizia dei nostri politici, i quali tiravano fuori due argomenti inoppugnabili: l'Italia è terra di confine con l'area sovietica e se non ci concedete quanto chiediamo, cadrà in mano ai comunisti ed oltre al rischio politico e militare, perderete un mercato di 60 milioni di consumatori.
Tale atteggiamento furbetto e la relativa telenovela che si recitava, trovava concordi ed era magnificamente interpretata da tutti i partiti dell'arco costituzionale e se ad esempio il Fondo monetario internazionale avanzava qualche dubbio sulla concessione del prestito,
i nostri servizi segreti scoprivano l'ennesimo tentativo di colpo di Stato con relativo rischio di guerra civile, che spaventava gli alleati e faceva aprire i cordoni della borsa.
Hanno inoltre contribuito alla formazione del nostro debito gli innumerevoli scandali e le diverse ruberie, le tangenti ai partiti, i vari Enti Parastatali e le Gepi di turno, succhiando soldi e risorse, sino a sfiancare la nostra povera e martoriata nazione.
Siccome latitavano i vertici, che non avevano né il tempo né l'autorità morale di pretendere prestazioni lavorative dai subordinati, anche i ruoli intermedi si sono adeguati ed hanno capito di poter fare tranquillamente i loro comodi, senza paura di essere licenziati.
Se ciò fosse successo lo scandalo avrebbe coinvolto anche i capi ed i loro referenti politici e la faccenda non conveniva a nessuno.
Intanto mentre le altre nazioni si modernizzavano, l'Italia rimaneva ferma, senza tentare uno straccio di riforma o una modifica dei suoi strumenti legislativi e degli apparati burocratici, i quali ultimi non erano in grado, culturalmente e moralmente, di recepire le effettive esigenze del Paese e dei suoi cittadini più onesti e dinamici.
In questo humus (terreno) si sono formate due o tre generazioni di furbetti che hanno impostato la loro vita professionale su tangenti, ricatti, aggiramento delle leggi e trucchi  contabili vari, sotto l'ombra protettrice di qualche partito, in contrapposizione con il cittadino comune che doveva ammiccare, far finta di non capire quanto avveniva, per ottenere uno straccio di lavoro o per conservarlo, specie nel nostro amato Sud, sino al momento in cui anche lui ha recepito l'andazzo corrente e si è prontamente adeguato.
Così abbiamo avuto, ad esempio, svariati impiegati del settore pubblico che nominati nel Nord Italia, sul posto di lavoro ci sono rimasti molto poco pur ricevendo regolarmente lo stipendio; sono in compenso diventati veri professionisti del certificato medico e della gravidanza programmata ed assistita, sino ad ottenere l'agognato trasferimento al paese natio, riabbracciando così l'adorata mamma e gli affetti più cari.
Logicamente anche ritornando a casa, non si trasformavano in grandi lavoratori, visto il loro bagaglio morale e culturale che li spingeva a mettere al centro dell'universo il loro bellissimo ombelico e non l'utenza che dovevano servire.
Ora è crollato il muro di Berlino, i nostri politici non possono raccontare ancora la favoletta del baluardo contro il comunismo ( che non esiste più neanche in Cina)  per mungere soldi né svalutare la liretta per essere competitivi con i prodotti nostrani, ma esiste ancora un buona fetta di classe lavoratrice anche di livello professionale elevato, che ha solo preso dall'Italia ma non ha mai dato in termini di lavoro, rendimento, idee di miglioramento, servizio al cittadino ed anzi ostacola le poche riforme che si fanno ed impedisce la modernizzazione, indispensabile per attrarre investimenti ed essere competitivi.
In queste condizioni cosa può fare un governo, di qualsiasi colore esso sia, con una finanziaria, specie se ci sono scadenze immediate ed improrogabili?.
Certo si possono tassare i SUV (fuoristrada), ritoccare le aliquote colpendo chi guadagna 3000 Euro al mese ed è considerato ricco, ma deve mantenere moglie e figli, di cui
un paio all'Università, paga i libri di scuola, i ticket sanitari e le  analisi, l'ICI, la spazzatura, il Consorzio Ugento - Li Foggi per prestazioni mai ricevute e quei servizi diventati in Italia un vero e proprio lusso come l'acqua, la luce, il metano domestico, la benzina, la connessione ad Internet, ma questi sono solo pannicelli caldi che se danno un sollievo temporaneo, non rimuovono la malattia profonda che colpisce il nostro corpo sociale.
Qui ci vuole sul serio una rivoluzione culturale, morale e civile, facendo in modo che ognuno si assuma la responsabilità che gli compete e paghi quando sbaglia o non rispetta le regole, che devono essere poche, eque e chiare, ma applicate veramente.
E' inutile e controproducente imporre ad es. multe da centinaia di euro per la minima infrazione stradale che gli stessi vigili applicano con difficoltà in quanto suscettibile di rovinare una persona; mettiamo invece multe da 10 o 20 Euro che poi applichiamo con severità ed a tutti i contravventori indistintamente.
La stessa cosa si può dire per il sequestro dei motorini e per tantissimi altri settori dove si lanciano queste grida spagnolesche che mettono paura solo agli ingenui ed agli onesti.
Vorremmo una Nazione normale che faccia osservare leggi sensate e non astruse o demagogiche, che rispetti ed abbia fiducia dei suoi cittadini, che la smetta di avere decine di partiti che non si differenziano più l'uno dall'altro ed esistono solo per gestire porzioni di potere nazionale o locale e per ricattare i partiti più grandi.
Vorremmo uno Stato che capisca quello che sta succedendo nel mondo ed anticipi i problemi invece di subirli e tamponarli all'ultimo momento con le diverse finanziarie, fatte in eterna emergenza, ma purtroppo i governanti attuali sono figli e nipoti di quei furboni che hanno guidato l'Italia quarant'anni fa e che ci hanno lasciato questo bel regalo del debito pubblico che graverà sulla gente per almeno quattro o cinque generazioni.
Intanto consoliamoci con le varie strategie politiche e con l'appassionante dilemma se l'on. Casini appoggerà in futuro il Centro sinistra o il partito di Mastella conserverà l'attuale collocazione politica, ma forse è più emozionante assistere alla cinquecentesima puntata di una qualsiasi telenovela argentina o brasiliana. Allegria!

Fredy SALOMONE