Sembra che quella Islamica sia una religione che non accetta critiche ed obiezioni di alcun genere da qualunque parte provengano. Diversi episodi di intolleranza, verificatisi in questi ultimi tempi, stanno a dimostrare quanto grande è la mancanza di disponibilità al dialogo da parte del mondo islamico fondamentalista. Il filosofo francese Robert Redeker, colpevole di aver scritto un articolo critico nei confronti dell'Islam, pubblicato su "Le Figarò", non solo non è più tornato ad insegnare nel suo liceo di Saint-Orens de Gameville, vicino a Tolosa, ma è costretto tutt'ora a vivere sotto scorta ed a nascondersi perchè minacciato di morte.
In Andalusia, due paesini di provincia, hanno deciso di stravolgere le manifestazioni ultra secolari delle loro feste cristiane, per ricordare la liberazione dal mondo arabo nel XV° secolo, eliminando ogni riferimento alla cacciata dei mori e dei maomettani. Tale autocensura, per paura di ritorsioni, costituisce fatto grave, tenuto conto che tali celebrazioni ed usanze appartengono al comune patrimonio di storia, cultura e tradizioni che fanno da collante alla identità nazionale spagnola. In Germania, sempre per paura, si sospende la rappresentazione dell'opera "Idomeneo" di Mozart da parte dell'opera di Berlino perchè vi appaiono le teste mozzate di Gesù, Budda e Maometto.
Sua Santità papa Ratzinger viene duramente contestato dai fondamentalisti, per la frase detta nel settembre scorso, dalla cattedra dell'università tedesca di Regensburg; citazione fatta nove secoli fa dall'imperatore bizantino Manuele II di Trebisonda con la quale criticava il modo con cui Maometto diffondeva la fede che predicava.
Alla luce di questi avvenimenti è legittimo chiedersi: le istituzioni di questi paesi come si sono comportate per sostenere e difendere i propri cittadini minacciati e censurati dall'Islam fondamentalista?
In verità, alcuni intellettuali, hanno invitato le autorità francesi non solo ad essere solidali e ad aiutare lo scrittore Robert Redeker, ma a difendere il suo "status", come fece a suo tempo il governo inglese, per molti anni, nei confronti dello scrittore Salman Rashdie, colpito dalla fatwa:(condanna a morte di tutti coloro che si rendono complici dell'offesa al profeta dell'Islam)- E' vero che papa Benedetto XVI° "non ha bisogno di essere difeso": cosi affermava il capo del governo Romano Prodi il giorno dopo che i religiosi fondamentalisti islamici pretendevano le sue scuse per la frase pronunciata su Maometto, ma nemmeno una visibile e concreta dimostrazione di solidarietà, da parte delle nostre istituzioni, quale atto di sensibilità morale, non sarebbe dovuto mancare. Ora però non possiamo continuare a sostenere, cosi come si fa da alcune parti in Europa, che la religione altrui non può essere messa in discussione, valutata e semmai criticata. Sopratutto oggi, quando un numero sempre crescente di musulmani entra a far parte del nostro tessuto sociale; la loro religione con tutte le sue conseguenze ci riguarda e molto.
In passato la società laica ha voluto ed ha saputo aiutare il cristianesimo ad evolversi e a migliorare il suo rapporto con l'uomo, sia nel corpo che nello spirito. Si deve fare la stessa cosa con la religione islamica, almeno in Europa ed all'interno di ogni nazione, se non si vuole che la convivenza diventi difficile se non impossibile.
Secondo le proiezioni dell'americano Pen Reseach Center, che sta dedicando al tema Islam in Europa molta attenzione, il numero degli islamici nell'UE di 20 milioni oggi, sarà salito, per crescita demografica e allegra immigrazione, a 50 milioni nel 2020, con in più 300 milioni di musulmani sotto i 20 anni che oggi vivono nella fascia del mediterraneo. Non possiamo rimanere inerti davanti a questa nuova popolazione crescente, sradicata senza guide certe, buone e credibili capaci di interpretare un Islam più moderno in grado di avvicinarla a noi europei non solo fisicamente.
Sicuramente bisogna avere il coraggio, non solo di dire tutto ciò, ma anche di pretenderlo senza nascondersi dietro a paure e "rispetto", perchè senza cambiamenti ed aggiustamenti il futuro dell'Islam in Europa sarà difficile se non impossibile.
Giuseppe PACCIOLLA