Giovanni Andrea Coppola, figlio di Orsino e di Elisabetta Pane, nacque a Gallipoli il 13 gennaio dell'anno 1597. Egli fu il terzogenito di Orsino, in quanto questi aveva già avuto dalla prima moglie Isabella Specolizzi due figli Francesco ed Antonio e dopo Giovanni Andrea nacque l'unica femmina alla quale i genitori imposero il nome di Laura.
Francesco fu sacerdote e Primicerio della Cattedrale di Sant'Agata e il padre gli donò la terza parte dei beni perché potesse meglio ascendere al grado sacerdotale, studiare e vivere secondo il suo grado.
Antonio fu Credenziario, cioè reggente la regia dogana di Gallipoli.
Laura sposò Francesco Patitari, figlio di Bartolomeo e rimasta vedova si risposò con Domenico de Arrigo.
Giovanni Andrea Coppola fu cugino di terzo grado di Giovanni Carlo Coppola e di questi contemporaneo. Entrambi, infatti, nacquero a Gallipoli alla fine del secolo XVI (Giovanni Andrea nel 1597 e Giovanni Carlo nel !%))) e morirono a pochi anni di distanza l'uno dall'altro (Giovanni Andrea nel 1659 a Gallipoli e Giovanni Carlo nel 1652 a Muro Lucano, dove era vescovo).
Questa loro contemporaneità anagrafica fu causa di una lunga e garbata polemica tra due nostri illustri concittadini, entrambi riconosciuti dalla critica del tempo come persone intelligenti, colte e valenti scrittori: Corrado Foscarini ed Ettore Vernole.
Il primo con un suo scritto, pubblicato nel secondo fascicolo della collana di "Monografie di Arte e di Storia pugliese", andava sostenendo che il pittore gallipolitano Giovanni Andrea Coppola ed il poeta vescovo Giovanni Carlo Coppola fossero la stessa persona. E lo faceva con una argomentazione giudicata, poi, dal Vernole in una sua apposita pubblicazione del 1930, molto elaborata e assai debole, in quanto voleva che il pittore avesse sviluppato col pennello nei suoi quadri le immagini poetiche che, Egli stesso, Vescovo poeta aveva ben delineato nei suoi poemi.. Il Vernole dopo aver osservato, sempre nella sua pubblicazione, che l'argomentare del Foscarini si prestava anche all'affermazione opposta e, cioè, che Giovanni Andrea Coppola pittore e dottor-fisico, per gli sviluppi di scenografia pittorica si è potuto ispirare alle immagini poetiche del suo congiunto e contemporaneo Giovanni Carlo Coppola poeta e Vescovo, fece notare come la pittura di Giovanni Andrea Coppola, in molti suoi lavori abbondi di un sarcasmo assai pungente e, a volte velenoso, e che il sarcasmo, quindi, mal si addiceva ad un prete, divenuto poi Vescovo. Ed aggiunse ancora, che" non si può pensare che un Vescovo possa assumere un contegno poco cristiano e assai mondano".
Ma il Vernole al precipuo scopo di confutare l'opinione del Foscarini porta ancora altre argomentazioni, come ad esempio Egli scrive " quei meravigliosi nudi, anatomicamente perfetti, che sono frequenti, vivi e palpitanti in alcuni quadri del Coppola, che fanno pensare ad un pittore che sia dottor-fisico, come appunto era Giovanni Andrea e non ad un ipotetico pennello di un poeta sacerdote e, sia pure, dottore in Utroque Iure".
Dopo queste sue constatazioni sulla tesi del Foscarini e dopo avere, anche, accennato agli elementi anabiografici dei due, di cui abbiamo già detto, il Vernole fornisce la prova documentale che mette ancora meglio in evidenza la infondatezza della tesi foscariniana e che riguarda la concessione di una Cappella(atto notarile Sgura 23.1.1645) con diritto di sepoltura nella Chiesa di S. Agata da parte del Vescovo don Consalvo de Rueda al pittore Giovanni Andrea Coppola, il quale si impegna a dipingere, gratuitamente, un quadro del martirio di S.Agata, come gli era stato richiesto dall'ill.mo reverendo Vescovo.
Così finì una lunga a appassionata polemica e lo stesso Foscarini si convinse della infondatezza del suo argomentare. Giovanni Andrea Coppola, nel vasto panorama talentino delle grandi personalità artistiche nel campo della pittura, a partire dal secolo XVII, fu certamente una figura di grande prestigio.
Egli espresse e maturò le sue capacità stilistiche e di colore nella pittura frequentando la scuola dell'illustre pittore, nostro concittadino, Giovanni Domenico Catalano e queste sue capacità Egli affinò negli anni che vanno dal 1633 al 1637 soggiornando fra Napoli, Roma, Bologna e in Toscana dove entrò in contatto con le scuole pittoriche di quelle città, che influenzarono molto la sua personalità: Ed infine a Padova dove conseguì, pure, la laurea in medicina (come sosteneva un nostro stimato concittadino, il canonico don Vincenzo Liaci, o a Napoli secondo altri).
La sua pittura fu verista, tant'è che nei suoi quadri si nota una rigorosa rispondenza delle situazioni, dei fatti, degli ambienti e dei personaggi dipinti con la realtà effettiva. Enumerare e fare, quindi, un elenco completo di tutte le opere di questo nostro illustre concittadino è compito assai difficile, ma è certo che molte Chiese e Palazzi patrizi della nostra Provincia e non, si fregiano delle sue opere.
Già in Lucca durante il suo soggiorno in Toscana, su commissione del Vescovo di quella città dipinse la"Pentecoste" che si trova nella Chiesa di S.Romano. Nella Cattedrale di Lecce, il Duomo, oltre alla tela di 'S.Oronzo' che ha dato ispirazione ad altri pittori vi è quella di 'S.Giusto' in atto di convertire S.Oronzo e quella della"Madonna in gloria" che si trova nella stupenda Chiesa delle Scalze. Inoltre altri suoi dipinti si trovano nel Collegio Calmieri (Le 14 battaglie), sempre a Lecce. Ed ancora altri suoi lavori si trovano in alcuni paesi della nostra provincia come: Alliste, Casarano, Maglie, Presicce, Taviano, e Tricase. Ma la parte maggiore, forse più interessante, della produzione pittorica del Coppola si trova nella nostra Cattedrale di S.Agata e presso le abitazioni degli eredi.
Nella Cattedrale troviamo opere di pregevole fattura come le tele di "S. Francesco di Paola , "l'Adorazione dei Magi", "il Martirio di S.Agata", "Le Anime purganti", "l'Assunta", "il San Giorgio", "l'Incoronazione di Maria" e in quadretti che illustrano "Le storie della Vergine e dei Santi Andrea e Giovanni Battista" che contornano "la Madonna delle Grazie" del Catalano e un ritratto del Vescovo Consalvo de Rueda che si trova nel Museo diocesano di Gallipoli. Ed infine nella Chiesa di San Domenico sempre in Gallipoli vi è la tela raffigurante "La Vergine del Rosario".
Il Ravenna nella sua opera "Le Memorie istoriche della città di Gallipoli" riporta un'intera pagina (pag.336) delle risultanze e delle impressioni sui 'viaggi' effettuati in Sicilia, con tappa a Gallipoli, del Barone Hermann Riendesel, critico tedesco che ci lasciò del nostro pittore questa testimonianza:
" Mi si fece vedere nella Cattedrale(di Gallipoli) il Duomo, diverse pitture buonissime, che misi disse essere di un gentiluomo di Gallipoli, di una famiglia ancora esistente chiamata Coppola; vi credei riconoscere interamente la maniera del francese COYPEL e restai meravigliato della bontà eminente di questi pezzi. Il pittore ha saputo variare la sua maniera in ogni quadro; quello che rappresenta i miracoli di San Francesco d'Assisi è nello stile sacro e nobile del Guercino; nel martirio di Sant'Agata trovasi tutto il fuoco e tutto l'entusiasmo del Tintoretto e nell'Assunzione della Vergine ha imitato felicissimamente la delicatezza e la grazia dell'Albano. Nella casa dei di Lui discendenti ed eredi del suo nome vi hanno una quantità di altre opere di questo maestro, tra le quali vi ho distinto una 'Venere' del genere di Paolo Veronese, una 'Battaglia' della maniera di LEBRUN, e molti dei suoi abbozzi, tra gli altri quei della galleria del Palazzo reale del Duca d'Orleans a Parigi."
Altre 19 tele di pregevole fattura furono donate al nostro Comune dalla Famiglia Coppola nel maggio del 1982, ora in fase di restauro e di questo demmo notizia già nel nostro notiziario di luglio-agosto,nn.7,8 di quest'anno.
La sua pittura fu molto apprezzata dalla critica e ritenuta non solo verista, come abbiamo già detto, ma anche originale, e per questo Egli fu l'artista della grande committenza ecclesiale e aristocratica del suo tempo ed in quasi tutto il territorio del regno. Ma Egli non fu solo pittore, fu anche General Sindaco (1639-40) ed anche medico come il padre ed esercitò la professione, come già il padre al servizio del Comune, con competenza, grande umanità e amore, in quanto il Coppola considerava la professione come la sua vera e autentica prima attività. E nonostante questo lasciò una vastissima produzione pittorica, che mise insieme dal 1637, data del suo rientro in Gallipoli e del suo matrimonio con Elisa Rocci, al gennaio del 1659, lavorando intensamente sino alla morte che lo colse proprio in quell'anno e senza essere riuscito a terminare il quadro "L'incoronazione di Maria" commissionatogli dal congiunto Angelo Patitari.
Luigi PARISI