Quello della 'nuova portualità' non è un problema della Città di Gallipoli ma una grande urgenza per il miglioramento economico del Basso Salento.
Le recenti iniziative regionali messe in atto per lo sviluppo dei porti, non soltanto dei grandi ma anche di quelli di media e piccola dimensione, non sono state percepite dalla nostra società civile come una occasione irripetibile, da non eludere o ignorare, e di capitale importanza per affrontare e risolvere l'annosa crisi presente nel settore del trasporto marittimo, della pesca e del turismo nautico nel Basso Salento.
Le tre specializzazioni marittime esistenti permangono in una penosa situazione di sottosviluppo: l'emporio commerciale del più grande insediamento urbano costiero della provincia di Lecce manca financo di una opportuna strada di accesso a due corsie che ne garantisca il normale funzionamento; la grande flottiglia peschereccia gallipolina non dispone ancora di un porto specializzato per le sue esigenze del settore ed è randagia tra il seno del Canneto e il porto mercantile; l'alta vocazione turistica del territorio, poi, attende la creazione di un moderno porto turistico e si vivacchia ancora con gli innumerevoli approdi sistemati in ogni piccola insenatura.
Questa è la realtà della 'portualità salentina': lo scriviamo da anni??!
Per la struttura commerciale le Amministrazioni pubbliche e tutte le forze politiche non hanno affrontato con la dovuta risolutezza le problematiche; hanno, invece, sciolto con incompetenza il 'Consorzio per il Porto di Gallipoli' , che era stato pensato ed istituito per affrontare e risolvere la crisi del settore commerciale.
In questi anni la scarsa funzionalità è divenuta sempre più evidente e nei sei mesi del 2007 il totale delle merci lavorate è stato di solo 167.550 tonnellate, con la presenza di 43 navi. La maggior parte del prodotto del Basso Salento, infatti, utilizza mezzi di trasporto su gomma e l'uso della ferrovia o dei porti di Otranto e Gallipoli è minimo.
Ora si sta facendo strada, nell'ambito della globalizzazione del sistema economico, l'idea di un processo di rinascita del ruolo dei piccoli porti commerciali, a patto che si sappiano acquisire ed applicare le nuove strumentazioni nel campo della mobilità delle merci e delle persone.
Si apre, quindi, un cammino di sviluppo per il desueto emporio gallipolino?
E' quello che si propone il "Progetto IIIA Grecia-Italia 2000.2006",che noi abbiamo ampiamente illustrato nel numero di settembre 2006 di questa nostra rivista.
L' assenza dell'Amministrazione della Città da questa iniziativa era stata per noi inspiegabile e chiedevamo che si fosse posto subito rimedio concordando con gli Enti delegati un fattivo coinvolgimento della politica locale.
Con grande disappunto abbiamo ascoltato in una trasmissione televisiva svoltasi di recente, che le forze politiche locali di destra e di sinistra ignorano completamente questa proposta e lamentano, dopo circa un anno,l'esclusione della nostra Città dalla gestione di questo progetto, dimostrando di non aver letto (a suo tempo) il nostro accorato intervento del settembre 2006 che si titolava: 'Gallipoli, rinascerà il porto commerciale?'.
Per l' importante flottiglia peschereccia la comunità salentina non ha trovato l'occasione opportuna per adempiere all'obbligo di intervenire con la costruzione di una moderna attrezzatura portuale specializzata, idonea a risolvere le annose questioni settoriali.
La confusione delle manovre e dei posti di sosta e d'attracco, del carico e scarico del pescato, sono sotto gli occhi di tutti, nelle ore serali,sia nel bacino del porto commerciale sia nel seno del Canneto.
Qualche anno addietro si è tentato di avviare a soluzione il problema ipotizzando la creazione di una struttura, a nord-est all'ingresso della Città, riservata esclusivamente al settore della pesca, corredata di un importante e moderno mercato all'ingrosso ad uso del prodotto.
Questi ottimi propositi sono stati annullati dall' idea, messa in cantiere dalla successiva Amministrazione comunale, di scegliere una diversa ubicazione del porto peschereccio, in una zona più vicina al centro abitato, nella zona della Giudecca, per non escludere la città dal settore della pesca e dal commercio del pescato.
Attualmente siamo nel letargo più assoluto, con nessuna prospettiva di prossimi interventi, con la sola conversione del complesso del mercato ittico all'ingrosso, abbandonato e quasi distrutto, dato in uso alla società che gestisce le autolinee pubbliche.
Per la terza vocazione imprenditoriale della Città, quella turistica, l'urgenza di dotare di un moderno porto turistico la 'città-bella', da dieci anni, è motivo di scontro e dibattito tra le forze politiche locali.
Durante l'Amministrazione Fasano fu elaborato dalla Società Etruria un progetto valido sia per la ubicazione a nord della Città, in prosieguo della struttura commerciale, sia per la qualità della progettazione delle opere a mare e sulla terraferma.
Le solite nostre visioni egoistiche ed i tornaconti personali hanno, purtroppo, intralciato il cammino di questa realizzazione. La successiva Amministrazione comunale, aderendo alla nuova progettazione di Italianavigando, ha escluso il progetto di porto turistico dell'Etruria ed ha 'sognato' di realizzare il 'suo' porto turistico.
La situazione di stallo e di inoperosità, determinata dalle diatribe giudiziarie, conseguenza di un clima confuso e irrazionale, sarà interrotta da una razionale soluzione del problema?
Intanto nel porto commerciale è stato provvisoriamente sistemato un approdo turistico, anche se non è in possesso della necessaria autorizzazione, ed in ogni angolo di mare lungo le scogliere vi sono centinaia di imbarcazioni che, in maniera molto confusa e precaria, cercano di sopperire alla carenza di un indispensabile porto turistico.
Questa realtà della 'portualità gallipolina' è il conseguente riflesso della grave situazione politica ed amministrativa che si vive non soltanto nella Città di Gallipoli ma in tutto il Basso Salento.
Si ipotizza financo la riconversione del porto commerciale in porto turistico.
La città di Gallipoli non può cancellare per l'ignoranza di alcuni amministratori, (che non sanno leggere le prospettive esistenti) la struttura commerciale che per secoli ha determinato lo sviluppo economico del Salento.
E' urgente una forte presa di coscienza delle azioni opportune da intraprendere, in primis quella della realizzazione di un " Convegno di studio sulla nuova portualità".
La situazione amministrativa commissariale del Comune forse potrà agevolare questa nostra iniziativa, mancando il veto incrociato delle forze politiche contrapposte.
L'associazione ANXA si propone di organizzare questo incontro, con il coinvolgimento di tutti gli Enti e le Associazioni specializzate, per la elaborazione di un progetto di fattibilità, che possa essere ampiamente condiviso e rispondente alle prospettive di progresso per tutto il Basso Salento.
Luigi GIUNGATO