Chi mi conosce sa che ho dedicato anni di studio e di approfondimento all'
Ottocento gallipolino, periodo storico che mi ha affascinato e la cui attenzione
tuttora mi affascina.
Questo periodo lo trovo ricco di fatti degni di
osservazione di un contesto nazionale ed anche europeo.Qui è nato,ha lottato ed
è vissuto Bonaventura Mazzarella (nacque il 9 febbraio 1818),il più grande tra
i deputati repubblicani mazziniani,eletto dai circondari di Gallipoli e di Terra
d' Otranto per ben quattro legislature(1861-1880).
Mazzarella,su richiesta di
Giuseppe Mazzini, risiedette a Genova per molti anni,dove morì e fu sepolto.
Qui,nella nostra Gallipoli è nato ed è vissuto Emanuele Barba,il noto medico
cerusico, risorgimentalista fin dalla prima ora,fondatore di istituzioni a Lecce
e a Gallipoli.
La prima importante istituzione a cui il Barba ha dato lustro e
decoro è stata la Biblioteca comunale.
Il merito della prima idea di una
Biblioteca pubblica in Gallipoli fu del Canonico Carmine Fontò il quale,col suo
testamento del 1823,donò i suoi libri alla città, che furono circa 3000.
Emanuele Barba,invece,fondò il Gabinetto zoologico e mineralogico(oggi Museo
civico gallipolino) il 15 gennaio 1873.Diede vita al "Bollettino Bio-
bibliografico",sforzandosi di far sì che la Biblioteca comunale e il Museo
Naturalistico divenissero dei reali centri di cultura ad uso del popolo.
Diede il
meglio di sé e fu profondamente felice quando,all' apertura dell' anno
bibliotecario del 1878, affermò che "Se vi è un giorno di mia vita,nel quale
fossi andato altero d'esser nato in questa piccola ma ridente cittaduccia,egli è
questo,o gentili;perché oggi in ciascun di voi veggo un rappresentante della
civiltà del tempo nostro, perché tutti qui adunati a celebrare l'inaugurazione
di un tempietto della Scienza la quale fu,è e sarà l'unica dominatrice del
mondo".(cfr. Emanuele Barba,Per la inaugurazione della Biblioteca comunale di
Gallipoli, Tip.Editrice Salentina,Lecce 1879).
Ancora qui,nella nostra
Gallipoli,sono nati Luigi Forcignianò,e il di lui figlio Giuseppe.
Qui è vissuto l'altro grande patriota mazziniano Epaminonda Valentini,il
"gallipolino d' elezione"(perché originario di Napoli,il leggendario "Mino",come
lo chiamava affettuosamente la cognata Antonietta De Pace),sfortunato
rivoluzionario risorgimentalista,morto nel 1848,a soli 38 anni,tra le braccia di
Sigismondo Castromediano nel carcere borbonico di Lecce.
E qui, nacque e da
bambino visse il di lui figlio Francesco, fulgida camicia rossa tra i volontari
garibaldini, altro grande rivoluzionario risorgimentalista, martire della lotta
per Trento e Trieste italiane, per l'unità d'Italia, morto a Bezzecca nel 1866,
a soli 30 anni, colpito al petto mentre gridava "Viva l'Italia".
Accanto a
queste straordinarie figure di rivoluzionari gallipolini del Risorgimento ve ne
sono altre che vanno ricordate come , tra i tanti , i nomi di coloro che
indossarono la camicia rossa di Giuseppe Garibaldi; si è sempre indicato essere
circa una ventina i gallipolini che a partire dal 7 settembre 1860 si
aggregarono all'armata del Generale per proseguire la lotta per il
raggiungimento dell'unità d'Italia.
Tra questi vanno sicuramente ricordati il
ten. Liggio, i sergenti Calò e Rossi, i soldati Sances, Fiamma e altri i cui
nomi non sono stati ancora rintracciati. Qui è nata l'ormai leggendaria patriota
gallipolina Antonietta De Pace, colei che svolse un'azione rivoluzionaria a
tutto campo che la confermò come uno snodo fondamentale per i rapporti tra i
mazziniani del nord e quelli del sud Italia.
Qui, nella nostra Gallipoli,
infine, sono nati e si sono formati uomini e donne di un popolo fiero che non
teme le tempeste del mare e che sa tenere alta la testa. Da questo popolo è nato
anche Luigi Sansò (1891 - 1963), il sindaco poeta, che ha inventato il nome
Idrusa, in un certo senso il suo capolavoro letterario, nome a cui si sono
successivamente ispirati scrittori di successo nazionale.
Uno per tutti, la
compianta Maria Corti, che di Idrusa ha fatto un bellissimo ritratto di donna
nel suo libro L'ora di tutti.
Ed ancora, e per ultimo, permettetemi di
concludere con i versi dello stesso Sansò, il quale, nella poesia Kallipolis (da
notare Kallipolis con la K e non con la G, quindi una chiara presa di posizione
per la "Urbs Graia Kallipolis", Città Greca Kallipolis) scrive: "E mi sembra,
apprestandomi a cantare, / non solamente di tentar nel verso / l'armonie del tuo
cielo e del tuo mare. // Ma d'accostarmi ad un altar cosperso / di meraviglie,
quasi a celebrare / in te la beltà dell'Universo".
Maurizio Nocera