Gallipoli, finirà l'agonia del Castello?

Non può continuare questo stato di disinteresse e disimpegno dei Concittadini dinanzi al pesante degrado esistente nella Città.
La situazione che è dinanzi agli occhi di tutti è il risultato di una completa assenza dalla vita cittadina, che viene gestita in maniera confusa e deficitaria dai responsabili della civica Amministrazione. Per giunta, poi, in questi mesi di gestione commissariale tutte le problematiche sono trattate con assoluta superficialità e stiamo toccando il fondo di ogni umana sopportazione. Non vi è un solo settore che manifesti qualche segno di auspicato ravvedimento.
Quando nel gennaio del 2003 abbiamo dato vita all’Associazione culturale  “ANXA”  ci eravamo proposto l’obiettivo primario di far rivivere la nostra memoria storica, creando nella cittadinanza una coscienza diffusa di rispetto e di valorizzazione del nostro passato, per la realizzazione di un futuro di civiltà e progresso.
Purtroppo dobbiamo osservare con tristezza che nessun miglioramento siamo riusciti a determinare, anzi è di questi giorni un pesante ‘vulnus’ che si sta perpetrando a danno della nostra Città.
L’argomento che trattammo nel primo numero della rivista  ANXANEWS  fu  ‘L’agonia del Castello di Gallipoli’.  
Sono trascorsi ormai cinque anni da allora e ’ l’agonia del castello’  è dinanzi agli occhi di tutti, complicata e peggiorata dall’insano intervento di recupero dell’edificio del  Mercato addossato al Castello.  Si stanno eseguendo difficili e costosi lavori  ( 4 miliardi di euro)  per creare un ‘Centro delle Arti e della Cultura materiale del Territorio gallipolino’., del tutto inutile ed estraneo al contesto storico.
Di questo progetto la cittadinanza non conosce il contenuto, perché non è mai stato portato all’approvazione del Consiglio comunale, nonostante fosse di capitale importanza per il nostro arredo urbano.
Abbiamo cercato di sensibilizzare l’attuale Responsabile amministrativo del Comune per una pausa di riflessione, proponendo la convocazione di un  Convegno di studio, con il coinvolgimento della Facoltà dei Beni Culturali dell’Università di Lecce, della Soprintendenza regionale, di famosi esperti del settore oltre alla Cittadinanza ed alle forze politiche, per discutere le ragioni che hanno determinato quelle scelte ed i risultati che si è proposto di raggiungere con la realizzazione di quell’opera.  
Il silenzio e l’attuale  forzata assenza del Commissario straordinario fanno presagire che i lavori non saranno temporaneamente interrotti, che tutto procederà senza gli auspicati ripensamenti e che saranno, quindi, sperperati tanti miliardi di denaro pubblico in un’opera non necessaria per il settore dei nostri Beni culturali.
Il mancato ripristino del fossato determinerà la definitiva morte dell’antico maniero e nessun intervento successivo riuscirà a ridargli l’originaria maestosità e bellezza. L’ipotesi di un breve distacco del  Mercato dal Torrione angioino , senza il completo rifacimento del fossato, non consentirà di ammirare la più antica parte del Castello ed aumenterà sempre più  ‘lo storico distacco del Castello dalla Città.
Dai tempi dei Comandanti spagnoli fino ai giorni nostri quando era adibito a Caserma della Guardia di Finanza esso è stato considerato un ‘corpo estraneo’.
Anche da questo importante Corpo dello Stato l’antico maniero era trattato con ostilità: per testimoniarlo basta ‘ammirare’ le continue superfetazioni prodotte, quasi non vi fosse alcun dovere di rispetto verso la realtà monumentale che si aveva in uso e quotidianamente con accanimento essa veniva deturpata.
Pure per creare dei semplici locali da adibire a luoghi di deposito non si è esitato a distruggere importanti parti degli antichi torrioni e della facciata  ed ora tutte quelle brutture fanno bella mostra di sè nel panorama dell’assoluto degrado dell’edificio.
 I saloni, la cappella, le mura perimetrali sono state tutte offese dagli interventi approssimativi ed irrazionali, quasi si svolgesse una battaglia continua e si volesse distruggere la memoria storica che esse testimoniavano.
Il popolo gallipolino e gli Amministratori pubblici della Città non hanno mai avanzato alcun flebile grido di protesta, anzi hanno condiviso in silenzio le azioni offensive di morte e distruzione.
Ora che possiamo ragionare con disincanto, che di quel sentire ostile dobbiamo conservare solo il  ricordo, vorremmo sollecitare i nostri ‘Concittadini del XXI secolo’ a reagire con forza, con un sentimento di rivalsa,  per dimenticare quel triste passato ed avviare un discorso risolutivo per
‘la rinascita del Castello di Gallipoli’, ripristinando il fossato, recuperando la continuità delle storiche mura frontali, salvaguardando il frontone monumentale del Mercato prospiciente piazza Imbriani da trasformare in salotto-galleria da dove poter ammirare il Castello oltre il fossato.
Non stiamo vivendo soltanto la triste situazione del Castello. Anche il ponte secentesco occupa le nostre preoccupazioni per l’irrazionale intervento che sta subendo per le nuove inferriate lungo i bordi laterali.
Sarebbe una testimonianza di civiltà e di grande impegno culturale, anche se appare troppo estraneo tra noi, il proposito di cancellare l’intervento che annullò in modo del tutto irreversibile l’aspetto antico del  ‘ponte secentesco’.
Non abbiamo saputo fare niente di meglio della sostituzione delle inferriate corrose dall’usura del mare con altrettante simili lungo i parapetti laterali.
Nessun ripensamento c’è stato per cancellare quella bruttura realizzata qualche decennio addietro che deturpò l’immagine dell’antico ponte abbattendo i muri laterali.
In quegli anni non si ebbe alcun rispetto della memoria storica e non si ebbe alcuno scrupolo nell’abbattere il Monastero delle Clarisse, coprire con bitume gli antichi basolati, costruire l’edificio delle Poste in stile ultramoderno ed addobbare appunto con moderne inferriate il ponte, per consentire di ammirare il mare a coloro che lo attraversavano a piedi o ’ in carrozza’.
Tutto  il settore dei Beni Culturali naviga nel completo abbandono: il Museo civico, la Biblioteca comunale, l’Archivio storico.
Qualunque comune della nostra Provincia, dai più prestigiosi ai più modesti, svolge attività di alto profilo acquisendo consensi ed assidua partecipazione.
La nostra assenza dal panorama culturale è stata ultimamente evidenziata anche dalla mancata partecipazione alla proposta progettuale del   ‘Sistema Musei, Archivi e Biblioteche della Provincia di Lecce’,   alla quale nel 2003 in fase istruttoria avevamo aderito. Eppure è sollecitata da tutti l’urgente necessità di un intervento radicale nella storica Biblioteca comunale, per il ripristino di qualità ed efficienza, onde offrire alla Cittadinanza l’uso delle nostre immense risorse culturali.
Sapremo reagire a questo stato di cose scegliendo i nuovi Amministratori tra i cittadini portatori di valori, che sappiano anteporre al tornaconto personale un forte spirito di iniziativa in favore della comunità gallipolina?

Luigi GIUNGATO