Le chiese del borgo antico di Gallipoli completano gli aspetti urbanistici di una città storica, altamente qualificata dal punto di vista dell’importanza architettonica e della qualità degli elementi decorativi applicati per arricchire sia le strutture interne, che le esterne. In molte di esse si notano particolari costruttivi con evidenti membrature sagomate ed aggettanti, ben delineate e idonee a qualificare opportunamente gli elementi strutturali di un’arte ben regolata, in stretta connessione con una società organizzata che rese possibili tali creazioni, anche con l’apporto diretto dei cittadini. In esse si rileva la competenza professionale degli artisti e degli esecutori, indice di una preparazione specifica adeguata ai tempi.
In molte opere sono visibili un’applicazione di raffinate conoscenze architettoniche e una scienza nel comporre, idonee a far scaturire effetti d’insieme gradevoli da osservare. Nei vari componenti dei diversi settori si può constatare un appropriato coordinamento, che dà origine a spazi ben definiti con pregevole impostazione prospettica o angolare, che soddisfa l’occhio dell’osservatore soprattutto quando sono ben visibili le visuali d’intersezione tra i diversi particolari architettonici e scultorei. Nelle composizioni si può notare una tendenza figurativa e scenografica attinente alla realtà del tempo della costruzione.
Per quanto riguarda i prospetti esterni delle chiese, si può appurare la presenza di una proporzione matematica e geometrica ben definita e appropriata agli aspetti esterni, all’estensione ed alla volumetria delle forme degli edifici circostanti.
Tutte le chiese della città antica, considerate nel loro complesso strutturale, manifestano i propri caratteri stilistici e sono funzionali agli scopi per cui sono state costruite, anche per la cooperazione diretta dei cittadini che hanno dato il loro contributo alla realizzazione, per raggiungere un fine sociale comune.
Per la loro costruzione, ai tributi economici dei fedeli si univano i beni derivati dall’amministrazione di lasciti e rendite, di cui usufruiva la Chiesa per organizzare autonomamente le proprie attività pastorali.
Nella Gallipoli antica, per la edificazione delle chiese hanno contribuito i rappresentanti di diversi ceti sociali appartenenti non soltanto al territorio urbano, ma anche alle limitrofe circoscrizioni delle varie contrade dei suoi possedimenti terrieri.
La più importante costruzione di Gallipoli è la Cattedrale, ma è rilevante anche quella di San Francesco d’Assisi, entrambe di epoche diverse e recentemente restaurate.
La prima, dedicata a sant’Agata, è suddivisa in tre navate, con la centrale prevalente, la seconda invece in due.
La Cattedrale è arricchita di cappelle sontuose abbellite da marmi policromi e circoscritte da preziose balaustre. Oltre all’altare maggiore, vi sono pregevoli altari secondari situati lungo le pareti perimetrali delimitanti le navate laterali ricoperte da grandi tele pittoriche. Un pulpito sopraelevato, a struttura a sè stante e di pregiata lavorazione, è posizionato nella parte mediana della navata centrale in modo che tutti i fedeli possano vedere il predicatore e udirne chiaramente la voce.
I caratteri della costruzione architettonica si avvicinano a quelli di natura classica, concepiti secondo una misura ben definita e chiara, scaturiti da scuole locali e regionali, ma dettati anche da una visione derivata da conoscenze stilistiche di portata più ampia.
La chiesa di San Francesco presenta cappelle situate lungo la navata di sinistra e lungo la muratura di destra in corrispondenza delle campate suddivise da pilastri con paraste. Alcune sono corredate di tratti scultorei di pregio, altre sono fornite di parapetti divisori adornati da composizioni marmoree policrome. Le volte di copertura delle cappelle sono degne di considerazione per la precisa e raffinata tecnica esecutiva, che ne fa risaltare l’aspetto architettonico e la realtà ornamentale.
Le navate della Cattedrale sono divise da colonne classicheggianti, su cui poggiano gli archi d’imposta (decorati nella parte frontale con bassorilievi), chiamati a scaricare il peso delle volte e quello delle murature superiori, ornate di fregi a rilievo in carparo, nelle quali si aprono vani luce rettangolari idonei ad illuminare l’interno della chiesa.
Le navate di San Francesco sono divise invece da pilastri, con paraste lievemente sporgenti e decorate con motivi floreali, i quali sostengono il peso delle volte e delle murature sovrastanti dotate di finestre lobate, idonee ad assicurare l’illuminazione interna. Gli archi d’imposta, presenti, sono sorretti da aggregati murari in cui sono inserite le paraste. In entrambe le chiese appare chiaro il ritmo regolare tracciato dal susseguirsi degli archi di sostegno di murature fornite di raffinatissime modanature a struttura organica ordinata.
Le impostazioni spaziali geometriche sono ben definite, accurate, precise e dotate di elementi decorativi indispensabili per arricchire i diversi ambienti e che soddisfano i presupposti dell’armonia e della portata espressiva propri dello stile. In esse si notano le caratteristiche salienti di un’architettura che, se pur nella diversa concezione, impiegando una manualità ed una fattura idonee, è strutturata in modo da dare rilevanza all’ampia planimetria degli ambienti. Sicuramente agli inizi della loro edificazione vi era una maggiore semplicità interna che rendeva spogli gli ampi spazi a disposizione, i quali successivamente sono stati arricchiti con i particolari decorativi pervenuti sino a noi. Ciò lo si può dedurre dalle evidenti aggiunte di ornamenti, che rispecchiano gli stili delle diverse epoche nelle quali i creatori hanno realizzato opere secondo le loro specifiche competenze.
Tutte le chiese della Gallipoli antica hanno bisogno di restauri e di continuo monitoraggio, interventi necessari per la manutenzione e la conservazione delle strutture e degli ornamenti, affinché non vadano perdute, per trascuratezza, le caratteristiche peculiari che le rendono uniche nella loro specifica identità storica ed artistica.
Cosimo PALESE