Gallipoli: quale 'dopobarba' per la rinascita della città?

Quali sono le prospettive di rinascita per la ‘città bella’,  all’indomani del rinnovo della squadra amministrativa, dopo l’opaca ed insignificante gestione commissariale?
I cittadini scelti per gestire la nostra Città sapranno affrontare con coraggio ed intelligenza tutte le complesse problematiche esistenti ed intraprendere un ‘percorso virtuoso’ per realizzare lo sviluppo economico-sociale?
Il panorama che è dinanzi a noi è piuttosto sconfortante; non basta un normale ‘dopobarba’  per invertire la rotta sin qui seguita: c’è bisogno di una vera ‘rivoluzione culturale’ , fatta di atteggiamenti più responsabili che disegnino un ‘agire nuovo’ e che abbia come principale obiettivo un grande amore per la ’ legalità’  ed il ‘bene comune’.
Sono ormai abituali tra noi modi di comportamento connotati dal solo ‘tornaconto personale’; ed è del tutto assente il concetto di ‘qualità’  negli interventi sul territorio, specie nel settore pubblico.
Non è impresa facile invertire queste malefiche acquisizioni, radicate da decenni e  testimoniate dal grave stato di degrado urbanistico ed ambientale della ‘città bella’.
In questi anni è mancata la guida necessaria verso un cammino di legalità e di rispetto del territorio e del connettivo sociale.
Basta osservare il caos del traffico nella intera Città, l’irrazionale segnaletica stradale, le insane risultanze per l’abolizione dei puzzolenti cassonetti lungo le mura del centro storico, con le borse ed i sacchetti della spazzatura abbandonati per intere giornate. Ed ancora le soluzioni che si accettano per gli interventi urbanistici anche per modeste modifiche di case private o di esercizi pubblici, senza alcun rispetto del colore e delle forme: questo solo per restare nel quotidiano.
Se, poi, si passa ad esaminare interventi più qualificanti e strutturali si devono segnalare i continui errori e le superficiali decisioni che hanno interessato il nostro patrimonio.
Il Museo diocesano, con la permanenza delle ben note barriere architettoniche e gli interminabili lavori necessari per garantire un razionale utilizzo del complesso anche ai visitatori diversamente abili. Eppure l’importante struttura culturale è stata dichiarata agibile e funzionante.
La Torre civica, dagli strani colori, arricchita con un nuovo quadrante dell’orologio che trasborda dalla cornice, insieme alla invenzione di una moderna meridiana del tutto estranea, realizzata proprio per riaffermare il disprezzo dell’autenticità storica nostrana. Quale Soprintendenza ha approvato questo intervento su di un monumento della nostra antichità?
Il Teatro Garibaldi, che non potrà funzionare sino a quando non saranno realizzate le obbligatorie uscite di sicurezza. Eppure noi abbiamo trovato il coraggio di far svolgere un importante Convegno universitario, per dimostrare che il Teatro è pronto, anche se necessita all’esterno della permanenza di un furgone dei Vigili del Fuoco per garantire la sicurezza ed è, inoltre, necessario indossare il cappotto prima di accedere sul palcoscenico.
Il Mercato del pesce al minuto, dotato di acquitrini e pozzanghere, tanto che si deve consigliare di indossare scarpe per la pioggia o stivali, per poter comodamente attraversare il piazzale ed affrontare senza disagio la compera del nostro ottimo pesce fresco. Gli esercenti devono avere pazienza; i prossimi lavori sicuramente saranno eseguiti a ‘regola d’arte’!
Il Mercato del pesce all’ingrosso, distrutto nelle apparecchiature principali che necessita di una ulteriore grossa spesa per riportarlo alla sua definitiva destinazione d’uso. Attualmente è stato trasformato in stazione di servizio per le vetture del trasporto urbano del Salento, anche se i nostri pescatori sognano, al più presto, di poterlo utilizzare per gli scopi per cui era stato costruito con il cospicuo finanziamento dello Stato.  
La Fontana antica, muta e silenziosa, chiusa da tanti anni nella gabbia di ferro, che permane nel continuo dilemma tra la tanto reclamizzata sponsorizzazione e la attuale conseguente stranezza del  costoso restauro. La nostra speranza è che a breve potremo ammirare il nostro‘simbolo della Città’ completamente restaurato, anche se non si conoscono i nomi dei tecnici che stanno eseguendo il restauro perchè ancora permangono sui pannelli che descrivono l’intervento i nomi di tecnici che non appartengono da tempo alla squadra che sta eseguendo il difficile lavoro.
Piazza Mercato, dove non si è saputo fare di meglio che far scomparire l’antico piazzale con lo storico basolato, per realizzare un largo marciapiede piastrellato con mattoni di cemento pronti ad essere rotti ed a colorarsi di sporcizia. Quale ufficio o Soprintendenza ha autorizzato ed approvato questo intervento, che continua a riscuotere pesanti critiche da parte dei residenti e dei visitatori?
Palazzo Balsamo, considerato l’emblema degli irrazionali interventi pubblici fatti. Qualche anno addietro fu sfregiata l’armonia della facciata con l’apertura di una finestra a piano terra, arricchita da inferriata, per dare aria alla scala che conduce nel sottopiano dove esiste un frantoio ipogeo. In questi ultimi mesi, tanto per non essere da meno, è stato realizzato un costoso e strano restauro interno, con arredi estranei al contesto dello storico Palazzo.
Vogliamo, infine, chiosare sull‘iter burocratico’del progetto del‘Mercato addossato al Castello’ ?  
Questo è il classico esempio dello sperpero del denaro pubblico per realizzare un’opera che neanche gli operatori impegnati conoscono.
 Essi sanno cosa stanno  facendo?  A  che cosa dovrà servire’? Quale progetto si sta realizzando?
Le continue modifiche che si attuano da chi sono decise? Il progetto finanziato dall’Accordo di Programma tra Ministero dei Beni Culturali e Regione Puglia prevedeva solo la ‘riqualificazione del Mercato’?
Come si è potuto includere nel progetto che doveva interessare i beni del Comune anche locali di  proprietà privata senza la preliminare acquisizione avvenuta di recente,a lavori appaltati, al modico prezzo di settecento milioni di vecchie lire? Quale norma giuridica ha concesso al Commissario prefettizio del Comune il potere di decidere un tale acquisto, gestendo in maniera così anomala il bilancio dei lavori? Come si può giudicare l’ottuso diniego di realizzare l’isolamento del “Torrione di vedetta” dal ‘Mercato’ con il ripristino dell’antico fossato?
Quale Autorità ha approvato quel Progetto? Dato che si tratta di un’opera significativa per la memoria storica della Città perché non è stato portato alla conoscenza dei Cittadini in un pubblico dibattito in Consiglio comunale?
Quale tecnico progettista ha illustrato agli Amministratori della Città i contenuti di questo progetto che tutt’ora è ‘top secret’, e che viene quotidianamente variato e rivisto?  
Chi sapeva che la Centrale elettrica del Mercato che alimenta il centro storico si doveva spostare nel bagno pubblico vicino e che l’attuale ‘Caffè dello Sport’ dovrà trasformarsi in ‘bagno pubblico’?
Da dove discende questo strapotere dei tecnici che stanno realizzando l’opera senza che la Cittadinanza venga informata delle decisioni che interessano una parte significativa della Città?
E’ possibile che le Autorità preposte al controllo ed alla sorveglianza non ritengano necessario un urgente esercizio dei loro poteri, impedendo questo grosso sperpero di denaro pubblico, per un progetto mai discusso in Consiglio comunale e che condizionerà pesantemente la salvaguardia ed il restauro del Castello di Gallipoli? Ma noi da cinque anni andiamo scrivendo cose insensate?
La ‘battaglia culturale’ che stiamo conducendo non approderà ad alcun risultato?
Con il finanziamento a disposizione si potrebbero realizzare:   l‘isolamento ed il restauro del Castello’, ‘il ripristino del fossato’ ,‘la testimonianza del frontone centrale del Mercato’.
Tirando le somme, se la realtà di una ‘Città storica del Mediterraneo’  è questa, come purtroppo siamo costretti ad ammettere, non è fantasia il parlare dell’urgente necessità di una ‘rivoluzione culturale’ ; per arginare il degrado, per costruire nuove condizioni di convivenza civile ed attuare risposte serie e più aderenti alle risorse ed alle radici esistenti.
Non basta, quindi, un semplice “dopobarba”: continuare nel superficiale impegno quotidiano fatto di decisioni ed atteggiamenti che non privilegiano la ‘qualità’!
La legalità ed il bene comune dovranno essere i pilastri dell’agire pubblico.
Sapranno i responsabili della nuova Amministrazione, in Consiglio comunale, farsi carico, con assoluta priorità, del problema dei ‘lavori al Mercato’  e deliberare con urgenza le varianti in corso d’opera necessarie per il restauro del Castello?                                      

Luigi GIUNGATO