La societa’ dei conflitti ed i suoi “eroi”
- a proposito di guerre -
Una sensazione strana scende nel giovane cuore del soldato e lo avvince quando abbandona la sua terra, la sua famiglia, la sua giovane sposa, perché chiamato a combattere una guerra che lui non vuole. Ubbidiente agli ordini dei suoi capi affronta la battaglia con un timore che da un momento all’altro non ce la farà a sopravvivere. Guarda in faccia l’avversario che ha venti anni come lui; i suoi occhi fissano quelli di un suo simile e nell’animo di entrambi si presentano la paura e l’interrogativo “sparo prima io o lui mi anticipa premendo il grilletto velocemente?”
Quanta speranza vi è nel combattente nel credere in un mondo libero dalle idee di avversità, create dai forti e potenti governanti che lo mandano allo sbaraglio per affrontare un militare sconosciuto in territorio straniero, mentre in una situazione di pace e tranquillità, probabilmente entrambi avrebbero fatto amicizia e offerto solidarietà. Sono giovani che hanno i sentimenti rivolti alla possibile creazione di un futuro migliore, pur sapendo di doversi muovere tra le strette maglie dei ragionamenti di chi ha nelle mani i destini del mondo.
Sul campo di battaglia il sangue di un soldato scorre insieme a quello dell’altro e le mani di entrambi si cercano per un estremo saluto fraterno. La terra si mescola al sudore grondante del viso dei due, formando un impasto intriso di fatiche e di dolori che li hanno accompagnati e nello stesso tempo allontanati perché appartenenti a fazioni opposte, ma che ora, vicini alla morte, affrontano insieme, non più da avversari.
La fragilità dell’essere umano si rivela in tutte le sue dimensioni quando, nella sfida per la prevalenza di un sogno da raggiungere in questo cammino terreno, si discosta dalla sua mente il vero ideale di vita, che dovrebbe portare ad una convivenza opportuna lungo i percorsi limitati dei sentieri terreni, per aprire i cancelli delle vie che portano al cuore e appagare le esigenze e le aspirazioni di tutti.
Soldato di sempre, sei coinvolto in un’avventura colma d’incognite che sembra non avere mai fine, quando, anche senza il tuo volere, sei mandato a compiere azioni di assalto e il tempo ti dà l’impressione di non voler trascorrere, quando i minuti e i secondi, per te rappresentano un’eternità. Tu combattente sembri collocato in un mondo diverso, coinvolto in una realtà purtroppo orrenda, spietata, non adatta ai tuoi desideri, differente dalle tue aspettative di libertà, di progresso, di giustizia, che accomunano gran parte degli individui. La tua dimensione umana è caratterizzata da ansia, timore, inquietudine nell’attesa della decisione che può provocare eventi dolorosi, pericoli ed uccisioni violente. Nei momenti della definitiva necessità di compiere azioni cruente derivate dalle responsabilità da te assunte vuoi che tutto finisca al più presto, per liberarti dallo stato di disagio che provi, dovuto ad iniziative dettate dalla determinazione e dalla risolutezza assoluta, perché non ti è consentito incorrere in errori, avere indugi o ripensamenti. Il tuo animo e il tuo pensiero sono sottoposti ad una continua pressione da cui vuoi uscire subito, senza desiderio di ribellione, perché sei un disciplinato, un ubbidiente, un rispettoso delle regole, quando, con l’impegno assunto per la difesa di un valore etico, hai scelto di difendere l’onore della tua patria per il bene collettivo della tua nazione.
Il coraggio e l’eroismo nel sostenere le dure prove della guerra derivano dalle tue qualità interiori che hanno un significato morale, una virtù, un pregio che non possono essere soppesati e che non temono confronti. Sono attributi fondamentali dell’essere umano, della propria coscienza, che emergono non solo da un dovere patriottico, ma anche da un patrimonio insito nel carattere individuale, che ti distinguono come persona ed emergono come principi necessari al sostegno dell’uomo nella realtà in continua modificazione. Elementi essenziali alla regole civili, per un processo di miglioramento dei rapporti tra organismi sociali, sono necessari ad una coesistenza solida tra i popoli. Sono validi per la formazione di molteplici tendenze organizzative di funzionamento, ben definite e specifiche, ma solo quando si fa uso del buon senso. Il dovere che chiama il soldato si rafforza nel suo intimo quando è chiamato ad una missione umanitaria e pacifica, quando è una scelta caratterizzata da una condotta legata all’amor patrio e considerata giusta e conveniente secondo quanto richiesto dalla dignità personale e dalle aspettative degli altri, quando si svolge per la difesa di un diritto alla sopravvivenza e per assicurare un futuro qualificato dalla speranza di un accordo fra genti di razze e fedi differenti.
I soldati di opposti schieramenti che si fronteggiano opponendo una valida resistenza, studiandosi reciprocamente per dare origine a strategie adeguate a logorare ed annientare, ma anche a contrastare l’azione offensiva reciproca, sono considerati nemici per necessità, perché sono coinvolti e spinti da idee di opposte tendenze.
Se si analizzano gli aspetti diversificati dei problemi che coinvolgono il soldato ad assumere responsabilità gravose e pericolose per sé e per gli altri, si nota come molti avvenimenti, che portano al dissesto ed alla rottura dell’amicizia tra i popoli, al disprezzo e a conseguenze spiacevoli capaci di mandare in frantumi anche i buoni propositi, potrebbero essere evitati.
Ciò scaturisce dal fatto che in alcune persone coinvolte nei giochi di potere prevale la ricerca del tornaconto che le porta ad imporsi agli altri con la forza per trarne la massima utilità. La differenza di vedute, tante volte, dà luogo a contrasti insormontabili che offuscano la capacità di comprendere e di interpretare le vere esigenze degli esseri umani, perché si viene spinti da ragioni individualistiche, capaci di creare confusione, disorientamento e dispiaceri in un mondo che si sta alienando giornalmente e che allontana sempre di più gli uomini tra di loro
Il nemico da sconfiggere può possedere i medesimi motivi di ordine morale e psicologico, qualità interiori idonee a dare origine a realizzazioni concrete e fattive coerenti col proprio modo di essere, per questo la bontà, l’affabilità, la tolleranza non devono venir meno tra tutti gli uomini, per il trionfo della verità necessaria ad un rasserenamento degli animi e ad un orientamento positivo dei popoli verso la vita.