Il ritratto di una donna, eroina del Risorgimento e nostra celebre concittadina
(Gallipoli, Biblioteca Comunale 4 luglio 2008)
Ringrazio la Presidentessa della Fidapa, Dr.ssa Marzano, che ha contribuito fattivamente all'iniziativa del restauro di un dipinto che raffigura una donna, Antonietta de Pace, eroina del Risorgimento e nostra celebre concittadina.
Antonietta de Pace nasce a Gallipoli nel 1818 e muore a Napoli il 4 aprile del 1893. Rimasta ad otto anni orfana di padre, la sua educazione fu affidata ad uno zio paterno, il canonico Antonio de Pace. Dopo un periodo trascorso, insieme con le sorelle, nel Monastero delle Clarisse di Gallipoli, la cui Badessa apparteneva alla sua stessa famiglia, Antonietta andò a vivere, a Napoli, con la sorella Rosa, che aveva sposato Epaminonda Valentino. Grazie al cognato Epaminonda, patriota napoletano (morto prematuramente a soli trentotto anni), Antonietta de Pace entrò a far parte della “Giovane Italia”. Nell’ottobre del 1858 ella incontrò Beniamino Marciano, un giovane liberale di Striano che era venuto ad abitare nello stesso edificio in cui risiedeva Antonietta. Tra i due nacque subito un intenso rapporto sul piano sentimentale e politico, ma si sposarono solo nel 1876 quando Antonietta aveva compiuto cinquantotto anni. Diciassette anni dopo, il 4 aprile del 1893, Antonietta de Pace si spense all'età di settantasei anni.
Questa sera viene restituito alla cittadinanza un notevole bene culturale, come tale testimonianza materiale di civiltà, della nostra civiltà. Preme sottolineare, data la circostanza, l’importanza del restauro per la conoscenza dell’opera d’arte. Infatti spesso siamo portati a pensare all’attività di restauro come al semplice arresto di un declino materiale, ma non possiamo non sottolineare che esso è soprattutto un’occasione di conoscenza, in parte per le ricerche d’archivio che devono necessariamente accompagnarlo e in parte per le tecniche di indagine fisica. Il restauro chiarisce le dimensioni originarie di un’opera, i supporti, le tecniche esecutive, sottolinea l’assoluta prevalenza del colore, obbliga a porsi domande e a ricercare risposte, che ne chiariscono la conoscenza. Ogni opera restaurata ha un proprio racconto che narra un parte della nostra storia che riemerge a seguito e in forza degli interventi di restauro eseguiti. La ricerca archivistica è stata fondamentale, come sempre, per comprendere la storia del dipinto.
Il primo documento relativo alla sua acquisizione è la Deliberazione di C.C. n. 52 del 3 maggio 1893 con la quale il Consiglio Comunale «prendeva talune risoluzioni sulle onoranze alla memoria della illustre gallipolina Antonietta De Pace». Ricopriva la carica di Sindaco, all’epoca, il Dr. Luigi Senape. Riporto alcuni punti salienti della deliberazione: il Consigliere Rossi encomia la Giunta per le premure che si è data di esprimere, nel nome dell’intera cittadinanza,all’Egregio Professore Marciano in Napoli……Egli afferma che con Antonietta de Pace è scomparsa una delle più grandi figure che ebbero parte luminosa nella grande epopea del nostro Risorgimento nazionale che si svolge dal 1848 al 1860. Ma il punto più importante è dato dall’intervento del Consigliere Coppola, il quale (cito testualmente) «vorrebbe che ad onorarne la memoria fosse dato il nome di Antonietta de Pace ad una delle vie principali della Città, e che ne fosse solennemente collocato il ritratto nella sala della civica biblioteca tra quelli delle persone illustri. Propone inoltre che all’egregio Professore Marciano sia espresso il desiderio di questi cittadini che sia fatto dono al Municipio dell’originale o di una copia del ritratto che egli possiede della illustre donna. Il Consiglio determina di rivolgere preghiera al Professore Beniamino Marciano affinché si degni di far dono al Municipio del ritratto che egli possiede della nobile estinta per allogarlo solennemente tra quelli delle persone illustri nelle sale della civica Biblioteca e di inviare il seguente telegramma: “Consiglio Comunale riunitosi, ora prima prima volta dopo infausta sciagura perdita diletta vostra consorte Antonietta de Pace, deliberato unanimemente esprimervi condoglianze, commemorare pubblicamente illustre concittadina”. Determina inoltre che dalla Giunta siano presentate in una prossima seduta delle proposte concrete per la pubblica commemorazione e per la designazione della via alla quale dovrà essere dato il nome della illustre estinta». Seguono a quest'atto del 1893, esattamente un mese dopo la scomparsa della illustre concittadina, avvenuta il 4 aprile, due deliberazioni: la prima sempre del Consiglio Comunale n. 151 del 31 ottobre 1893 e la seconda del Commissario Straordinario n. 191 del 9 novembre, relative all’approvazione della pubblica commemorazione di Antonietta de Pace per la quale vengono stanziate £ 400 per la copertura delle spese relativa alla organizzazione dell’iniziativa in Suo onore.Alle ore 11 del giorno 28 giugno 1894, con Verbale di consegna alla Direzione della Biblioteca Comunale, nella persona del Sig. Giuseppe Massa, direttore della Civica Biblioteca, il dipinto veniva definitivamente consegnato al Municipio nella sala delle riunioni della rappresentanza consiliare, alla presenza del Cav. Simone Pasca Raymondo, Sindaco e degli Assessori Renna Vincenzo e Barba Ernesto. Riporto di seguito il testo del verbale: «Così l’Egregio professore Beniamino Marciano di Napoli per mezzo di pubblico rogito elargiva al Municipio ed il ritratto della Illustre donna e quello del nipote di lui Francesco Valentino, distinto patriota gallipolino, affinché fossero collocati nella Biblioteca Comunale». Nel suddetto verbale si fa riferimento ad un secondo dipinto, raffigurante Francesco Valentino, nipote di Antonietta de Pace, a firma di Giuseppe Forcignanò e datato 1877. Il dipinto in questione, invece, nonostante sia firmato in basso a sinistra “F. Sagliano” (1826 -1890), è stato attribuito per gran tempo a Giulio Pagliano (Gallipoli 1882 -1932), che all’epoca aveva solo nove anni. Ritengo che l’attribuzione sia dovuta al fatto che la lettera S di Sagliano sia stata letta come P in quanto il dipinto era stato collocato in alto nel prospetto interno della facciata del museo, quindi era difficilmente visibile in tutti i particolari. Ciò che ho appena illustrato è quanto emerso a seguito dell’approfondimento della interessante storia del dipinto, raffigurante Antonietta de Pace. Concludo con l'auspicio di poterVi raccontare altre storie, legate a nuovi restauri, grazie all’aiuto di istituzioni, associazioni o privati, che abbiano a cuore la cultura e il bene della nostra Città.
Paola RENNA