Corrado Giaquinto

Il quotidiano “ La Repubblica “ del 7 Maggio 1993 ha riportato la nota di Fabrizio D’Amico  per la mostra di Corrado Giaquinto nel castello  svevo di Bari tenutasi dal 23/4 al 20/6/1993.
Il D’Amico si e’ soffermato sulle “ Storie di Enea “ ed ha memorizzato la produzione del grande artista di Mofetta  nel conciliare i canoni seicenteschi con quelli del sopraggiunto neoclassicismo.
Le sessanta opere esposte, provenienti da musei e da collezioni private, irraggiavano in gran parte, esuberanti formule barocche, come quelle della splendida “ Circe” avvolta da panneggi lucenti di varie tonalità cromatiche ed intrisa degli effetti plastici che la caratterizzano.
L’opera feconda del Giaquinto, nato nel 1703, giunto a Napoli da Roma nel 1727 per proseguire per Torino, per le Marche, per Cesena, per la Spagna ( secondo Raffaello Causa, è stata recepita negli anni 70/71 da Francisco Goya, durante il suo viaggio in Italia, come un testo unico, viatico della pittura moderna )
Nel 1753 il maestro in questione venne nominato dal Re di Spagna “ pittore di camera” lavorò poi al Buen Retiro,
all’Escuriale, all’Accademia di San Ferdinando, rientrò a Napoli , nel 1756 dove morì.
Giaquinto viene riconosciuto come l’artefice della modernità per aver attuato col suo talento personale la proposta
dei tempi nuovi con equilibrate modifiche al linguaggio di Francesco Solvimene, di Luca Giordano, di altri eminenti
maestri.
La “ Gazzetta del Mezzogiorno “ del I° Giugno 1974 , ha dato notizia dell’acquisto da parte della Pinacoteca di Monaco di Baviera per la somma di 36 milioni e mezzo , di un “San Nicola “ del Giaquinto , di proprietà di un privato, in assenza  di una doverosa acquisizione delle competenti autorità italiane .
Nella Chiesa della Purità di Gallipoli si ammirano una pala di Luca Giordano, opere del Coppola, di Liborio Riccio,
quest’ultimo sacerdote e pittore di Muro Leccese, autore della “Profanazione del Tempio”  “della “ Presentazione del Pane e del vino “ opere collocate nella Parrocchiale del suo paese natio, di pregevoli dipinti del palazzo Papadia di Muro, della “ Vergine col bambino “ di Minervino, di  “Davide e Golia “ dei “ Quattro profeti “ , di “Giuditta e Oloferne “ e di altre rappresentazioni della  Purità .
L’emerito Sacerdote Sebastiano Verona ha scritto che Liborio Riccio per  le stupende scene bibliche della Purità si e’ servito dei cartoni preparati da Corrado Giaquinto, presente a Napoli  nella Galleria Nazionale di Capodimonte, considerato precursore determinante di nuovi  indirizzi artistici.

Pio VALENTE