La ‘città bella’ sta vivendo il suo momento storico più triste e difficile degli ultimi anni, sia per l’assoluta assenza di iniziative volte a disegnare percorsi virtuosi alla ricerca di un definitivo salto di qualità, sia per la pesante condizione di sottosviluppo sociale che allontana ogni ottimistica previsione di miglioramento economico.
Siamo al tramonto dell’agognato sviluppo?
Queste note pessimistiche non sono fantasiose considerazioni ma sono il frutto di una approfondita analisi della realtà quotidiana, in tutti i suoi vari aspetti, dai più superficiali ai più significativi. L’immagine che si ricava è quella di una società priva di qualità e con scarsi valori, assente dalle iniziative politiche e culturali presenti nel ’Grande Salento’.
Sembra di essere precitati nel baratro profondo di una crisi esistenziale che non fa presagire cammini di progresso e di crescita civile per la nostra Comunità.
Il tasso di disoccupazione è uno dei più alti della Provincia di Lecce, le attività commerciali, a parte la breve pausa estiva, sono in costante difficoltà, la gestione del territorio presenta un diffuso ed incontrastato abuso privato mentre l’interesse pubblico è considerato solo un prodotto di basso conio da ignorare ed occultare.
Tutto ciò nonostante la conclamata e ben nota vivacità umana degli abitanti.
Per intraprendere una via di sviluppo si deve partire dalla riqualificazione del settore terziario che è quello che rappresenta le principali fonti di reddito provenienti dalle attività marinare,commerciali e turistiche; il settore industriale e quello agricolo sono del tutto marginali.
Questa specifica situazione deve essere stimolo per seri studi di settore che puntino alla valorizzazione delle risorse esistenti, in linea con quanto sta avvenendo per le programmazioni in atto nel ‘Grande Salento’.
Le attività marinare si strutturano nel mondo della pesca e nell’utilizzo del porto commerciale, ambiti che attualmente non dispongono delle moderne risorse mancando dei miglioramenti necessari per svolgere ruoli primari nell’economia salentina.
La flotta peschereccia non dispone di un emporio specializzato ed è ostacolata nella propria attività sia dalle carenze a mare sia dalla disorganizzazione a terra: è stato realizzato un moderno edificio per ospitare il Mercato ittico all’ingrosso senza creare la struttura portuale settoriale.
Le difficoltà permangono in tutta la loro gravità con danno per la mancata crescita economica.
Il porto mercantile è scarsamente utilizzato e ciò è dovuto sia alla mancata programmazione in riferimento alle caratteristiche territoriali ed alle sue funzioni amministrative in materia di demanio, sia alla scarsa specializzazione della struttura per la carenza di attrezzature e per la mancanza di una idonea strada di accesso che consenta di evitare i difficili percorsi causati dal congestionato traffico urbano.
Il turismo è una voce molto debole nella realtà economica, nonostante le risorse paesaggistiche e le caratteristiche storiche del territorio: esiste un’attività settoriale limitata soltanto ai due mesi estivi e si continua a pontificare sulla urgenza della ‘destagionalizzazione’ senza saper attivare le iniziative opportune per poterla determinare.
I nostri tesori dei ‘Beni Culturali’, che dovrebbero essere continuo motivo di studio sono del tutto trascurati: basta considerare lo stato in cui permane il ‘Castello con il Rivellino’, per averne una conferma ufficiale mentre si continua a sperperare milioni di euro pubblici per realizzare un inutile ‘Museo della Pietra’ nel diruto edificio del Mercato addossato all’antico illustre maniero.
Le iniziative che andiamo proponendo, per agire in favore dell’isolamento del Castello con il ripristino del fossato, non hanno trovato alcuna accoglienza essendo completamente assente la sensibilità necessaria per avviare a soluzione quell’impegnativo problema.
Non ci stancheremo di proporre lo svolgimento di un ‘Consiglio comunale monotematico’ per esaminare il progetto che si sta attuando, completamente sconosciuto dalla Cittadinanza.
Il commercio vero e proprio, poi, è gestito in forma contraddittoria tra la mancanza di una costante attività di controllo ed il crescente numero di nuove attività che si autorizzano: i bar, i ristoranti, i negozi commerciali sono in numero così elevato da superare di molto quelli esistenti in città con il triplo dei nostri abitanti.
La quantità messa in atto è a totale discapito della qualità, con grave pregiudizio per una offerta di prestigio e di richiamo settoriale.
Questa realtà determina critiche e proteste sia da parte degli esercenti sia da parte degli utenti.
E’ necessaria una forte presa di coscienza di questo stato confusionale generale; manca il necessario approccio razionale della nostra complessa situazione; dobbiamo programmare la riqualificazione della ‘città bella’ per non far tramontare l’agognato sviluppo!
Le tante risorse esistenti non debbono essere relegate nell’oblio dell’inazione; esse richiedono l’avvio di fattive iniziative per risolvere la penuria di posti di lavoro e l’insufficiente gestione quotidiana.
Vorremmo interessare in queste iniziative il mondo della scuola che, sino ad ora, è risultato completamente assente anche nel dibattito sulla valorizzazione del ‘Castello di Gallipoli’, da noi portato avanti con puntigliosa insistenza da sei anni.
Siamo sicuri che in nessuna classe della Città, dalle primarie alle secondarie, si è mai portato a conoscenza delle scolaresche la tematica dell’isolamento del Castello con il ripristino dell’antico fossato e la conseguente valorizzazione dell’antico maniero.
Quest’argomento, invece, ha trovato ampio riscontro nel mondo culturale salentino che continua a spronarci per una immediata soluzione positiva.
Dobbiamo dare vita ad aperti momenti di dialogo e confronto, mettendo in discussione le difficoltà circostanti della legalità e della maturità civile di tutti noi, per un avvenire di progresso e di sviluppo.
Luigi GIUNGATO