Oggigiorno si vive in un mondo convulso, fatto di apparenza e di formalità, che a volte privano di rilevanza sostanziale i veri contenuti della vita. Vi è una competizione continua comune tra tanti individui, che intacca i rimanenti strati della collettività, poiché mira a difendere posizioni raggiunte attraverso una successione di eventi e di circostanze favorevoli, importanti per il cammino dello sviluppo di alcuni, spesso esagerato e non confrontabile con quello di altri, le cui possibilità di affermazione sono meno eclatanti. La gara giornaliera dell’ambizione mira al raggiungimento di traguardi notevoli adatti all’ampliamento o al consolidamento dei mezzi economici e materiali, a volte acquisiti facendo affidamento sulle occasioni propizie che, con l’utilizzazione di capitali irrisori ben investiti e attraverso l’impiego di abilità personali e d’intuito, hanno prodotto risultati appropriati ed originato profitti elevati. Il processo di miglioramento e le posizioni raggiunte, però, possono avere i loro risvolti negativi, perché facilmente fanno diventare egoisti. L’egoismo può portare all’isolamento e all’indifferenza nei confronti dei propri simili. L’avvicinamento di una persona ad un’altra con lo scopo di creare un’amicizia non sempre fornisce i risultati opportuni per una serie di circostanze, la prima fra tutte il sistema non appropriato di comunicabilità e d’intesa da una parte, ma anche superficiale disponibilità e non apertura dall’altra. Molto importante diventa la modalità di accoglienza quando si ha l’intenzione di socializzare e di offrire la propria predisposizione d’animo, con il piacere di creare e di favorire l’insorgere di un contatto umano, con l’aiuto della ragione e della riflessione, condizioni da agevolare per potersi intendere e avviare la conoscenza del reciproco carattere. L’avvicinamento di una persona ad un’altra o ad un gruppo per parlare, conoscere e farsi conoscere e, dopo essere stati accolti, per rapportarsi, condividere esperienze, rivelare pensieri e stabilire in modo sincero uno scambio di opinioni può portare all’arricchimento interiore. Tutto dipende, però, se tra le persone interessate vengono create le condizioni per potersi intendere. Avviare e costruire gradualmente un’intesa può portare all’acquisizione ed all’approfondimento della conoscenza, conversando ed a volte discutendo su vari argomenti, prospettando idee ed esponendo ragioni che possono essere di aiuto per potersi capire. Ciò senza intaccare o incidere negativamente sui punti di vista altrui, ai fini di evitare fraintendimenti che non giovano alla coesione ed al principio di comunanza d’intenti, condizioni che favoriscono l’amicizia e offrono a ognuno l’opportunità di aprirsi, di manifestare il proprio carattere in relazione alla realtà di appartenenza e di scoprire il modo di pensare e le qualità umane degli altri. Nel rapporto di amicizia occorre evidenziare disponibilità alla collaborazione, costanza d’idee e propositi, evitare gli inganni, i sotterfugi e i giudizi speculativi che non sono di giovamento all’apertura ed alla comunicazione. Affidarsi agli altri quando si ha intenzione di collaborare e quando si scopre che vi è la dovuta discrezione, significa voler approfondire ancor di più la consapevolezza di volerli accettare, di sentirli e di considerarli, senza distinzione di sesso, di provenienza, di credo e di appartenenza politica e sociale. A volte, attraverso il dialogo ed una considerazione accurata dell’altro si possono scoprire i segnali di eventuali disagi e conflitti interiori. In tal caso il vero amico può essere di aiuto e di sostegno morale, mettendosi a disposizione e facendo capire che l’amicizia è la cosa più nobile per condividere situazioni interiori e interagire offrendo, ognuno con la propria sensibilità, solidarietà all’altro. Se si entra a far parte di un gruppo è necessario evitare l’imposizione personale che può causare attriti e cercare, invece, di adattarsi senza evidenziare particolari difficoltà alle decisioni in esso prevalenti, per favorire il raggiungimento di un fine comune. Vanno evitate, perciò, l’eccessiva ed esclusiva considerazione di se stessi o l’assoluta prevalenza delle proprie esigenze rispetto a quelle degli altri. Le amicizie acquisite e quelle di sempre possono dare origine ad altre amicizie, mettendo in contatto tra loro molte persone, mentre la mancanza di disponibilità e la chiusura allontanano e non favoriscono l’iniziativa del processo socializzante. Il vecchio detto “chi trova un amico trova un tesoro” dimostra quanto si è fortunati se si trovano degli amici sinceri, poiché spesso avviene che quando si crede di averli trovati, purtroppo, si hanno delle sgradite sorprese per i comportamenti assunti da chi pensa di servirsi dell’amicizia per ricavarne un tornaconto personale a scapito degli altri, non tenendo conto che nella vita vanno salvaguardati i valori fondamentali che distinguono gli uomini dal punto di vista morale e li rendono degni di stima.
(Brano tratto dal libro inedito: “Percezioni” di Cosimo Palese)
Cosimo PALESE