La Baia Verde

Negli anni sessanta chi deteneva la proprietà dei terreni dell’area litoranea di Gallipoli, cui fu attribuito il nome “Baia Verde”, pensò di lottizzare e di creare porzioni di suolo edificabile di superficie variabile, da vendere allo scopo di dare avvio alla creazione di un centro destinato alla ricezione turistica balneare. Il piano particolareggiato, una volta approvato dagli organi amministrativi, cominciò ad avere un’attuazione pratica con la realizzazione delle vie. L’iniziativa fu colta con entusiasmo, tanto che sin dai primi tempi ci fu la corsa all’acquisto, da parte di privati cittadini e di imprese di costruzioni locali e non, delle zone su cui costruire villette indipendenti, unifamiliari o bifamiliari e qualche stabile a più piani secondo un indice di fabbricabilità di 1,5 metri cubi al metro quadrato, previsto dall’apposito strumento urbanistico. Nell’arco di pochi anni si può dire che fu esaurita la disponibilità dell’enorme quantità di lotti. Non raramente ci fu chi acquistò più superfici per rivenderle in seguito ad un prezzo più elevato, riuscendo ad ottenere guadagni di una certa importanza. Nel tempo, ogni acquirente incaricò un tecnico progettista di sua fiducia, che mise a disposizione la propria competenza professionale per dare avvio alla realizzazione di fabbricati su ogni singolo lotto. Lo sviluppo edilizio avvenne gradualmente e, anche se alcune aree acquistate sono rimaste scoperte fino a poco tempo fa, nella Baia Verde si è creato un vero e proprio centro urbano.
Intanto nel borgo nuovo di Gallipoli, all’infuori dei territori destinati all’edilizia economica popolare ed alle sostituzioni edilizie da effettuare sul tessuto urbano precedente, mancava la disponibilità di superfici da sottoporre ad edificazione. Fu così che alcune imprese, per non rimanere inattive, servendosi del foglio di mappa particellare della Baia Verde, presero l’iniziativa di effettuare un’indagine catastale per individuare i luoghi non edificati ed ottenerne l’acquisto o la permuta in percentuale sul costruito. In breve tempo ci fu, quindi, al fianco dello sviluppo edilizio per la creazione di stabili da destinare al godimento privato, quello sottoposto alla commercializzazione, effettuato dalle imprese che, nel concetto di libero mercato, soddisfacevano le richieste di tali tipi di abitazione.
Attualmente, con l’incremento turistico e la circolazione intensa nell’area balneare, l’attenzione va particolarmente rivolta a quel sistema viario che fu realizzato oltre quaranta anni fa. Se si considera bene la situazione urbanistica in cui va ad esplicarsi il traffico veicolare dovuto al grande afflusso turistico durante il periodo estivo, si può notare l’enorme difficoltà di circolazione di mezzi e persone. La larghezza delle vie, di circa otto metri, già ridotta per la presenza di lunghe aiuole di oleandri, le piante sempreverdi che abbelliscono il luogo, si riduce ulteriormente per le auto in sosta su entrambi i lati della carreggiata, a causa della mancanza di parcheggi adeguati che possano accogliere il flusso di bagnanti residenti e non. La situazione è complessa sulle strade con circolazione nei due sensi di marcia e su quelle a lunga percorrenza interna, che incrociano poche traverse, a volte senza sbocco, che non favoriscono le uscite verso l’esterno.
Il traffico, difficile anche per la mancanza di spazi dove effettuare manovre, blocca le auto in lunghi incolonnamenti e in ingorghi, in alcune ore del giorno, costringendo gli automobilisti a prolungate soste nell’abitacolo rovente fino a quando la circolazione non riprende, sempre con molta difficoltà.
La riduzione della carreggiata delle vie della Baia Verde risulta pericolosa anche per i pedoni transitanti tra le macchine in sosta e in movimento, per mancanza di marciapiedi adeguati e per carenza di vie necessarie all’accesso alla spiaggia. Nello spazio compreso tra le due entrate transitabili con auto, le sole che permettono l’ingresso alla Baia Verde dalla litoranea, situate lontano l’una dall’altra e già esigue per una zona ad alta densità abitativa nel periodo estivo, il passaggio al servizio dei pedoni si trova nell’area centrale, di fronte al Lido Baia Verde. È costituito da due rampe di scale, di cui una affiancata da un percorso per disabili, che permettono di superare liberamente il dislivello tra l’area interna e la litoranea. Altri accessi al mare, aperti nelle aree adiacenti, hanno creato non poche polemiche, perché tracciati in aree private e vincolate per la presenza delle dune con vegetazione protetta.
I problemi della Baia Verde non finiscono, però, con la conclusione della stagione estiva, poiché in inverno, quando la zona è poco abitata, con le prime piogge gran parte delle strade rimane a lungo allagata, fino alla naturale evaporazione. Ciò si verifica perché la Baia Verde è sottoposta rispetto al livello delle vie esterne di comunicazione e per effetto dell’asfalto che rende impermeabili le strade interne.
Ad eccezione di un limitato tratto nelle vie adiacenti un albergo, dove vi è la presenza di drenaggio, il sistema viario del nucleo urbano realizzato in origine privo della necessaria pendenza per il deflusso delle acque, che non hanno perciò la possibilità di allontanarsi dall’abitato per via naturale, non è mai stato corredato da una rete di tubazioni interrate ad una certa profondità dal manto stradale. Dotata della necessaria pendenza e di opportuni pozzetti protetti da griglie, tale rete di scarico avrebbe potuto permettere lo smaltimento delle acque, risolvendo l’annoso problema degli allagamenti stagionali, che non favoriscono la libera frequentazione della Baia Verde nei periodi dell’anno diversi da quello estivo.

Cosimo PALESE