X anniversario della dedicazione della parrocchia a San Gerardo Maiella

Questo pio luogo accogliente
fu voluto fortemente
dal vescovo Pasquale
che così volle onorare
il santo originario
della sua città natale.
    Già dieci anni son passati
    dal 24 gennaio del ‘99
    quando, con grande commozione,
    si celebrò di questa chiesa
    a San Gerardo la dedicazione.
Noi, abitanti di questo rione
l’abbiamo vista crescere, mattone su mattone.
quanta gioia per il pavimento,
per i banchi, l’altare, l’ambone !
quanto orgoglio nell’accogliere
qualsiasi processione !
    Il vescovo Caliandro
    ci tiene nel suo cuore,
    visto che ci ha donato
    del suo gregge il fior fiore.
Egli è sempre presente,
è con noi in ogni occasione,
né poteva oggi mancare
in questa sacra funzione.
    --Ogni particolare dev’essere perfetto --
    dice don Martignano, è questo il suo progetto!
    E, sempre sorridente, don Andrea Danese,
    ascolta i parrocchiani con fare assai cortese.
Doveroso è un breve accenno
sulla vita del Santo
che, insieme alla Madonna,
ci protegge col suo manto.
Da Domenico e Benedetta Galella
venne al mondo Gerardo Maiella.
Venne alla luce un dì di primavera
e lui stesso fu luce, per la terrena sfera.
Nell’umile casetta del rione Pianella
cresceva la creatura ed era molto bella.
Gerardo era buono, tranquillo ed ubbidiente
ed un pensiero fisso aveva sempre in mente:
la chiesa, dimora santa di Gesù Bambino,
tra rovi, strettoie ed ortica pungente
giungeva trafelato e, a volte, un po’ sudato.
E si fermava lì, in piedi, tra gli scanni…
Cosa aveva da dire, quel bimbo di sei anni ?
Commossa la Madonna
apriva le sue braccia,
Gesù scendeva a lui…
Lo accarezzava in faccia
offrendo un bianco pane,
con naturale gesto,
apriva le manine
dicendo:--Prendi questo !
Per quei bianchi panini
la mamma Benedetta
divenne  - come dire –alquanto sospetta;
ma, osservando bene il piccolo Gerardo,
ne colse, in verità, il caro e santo sguardo.
E quando il buon Gerardo
crebbe giovane e bello,
si trasferiron tutti al rione Castello.
La sua seconda casa era la Cattedrale:
passava notti intere presso il santo altare;
dal buio e dal silenzio per niente spaventato,
solo in compagnia di Gesù Sacramentato.
Fu additato e dileggiato
perché pazzo fu creduto
quando, in piena processione,
delirante tra la folla
dichiarò la sua passione
per la vergine Maria.
- La Madonna è la sua sposa -
si diceva in ogni casa
e rideva alle sue spalle
quella gente un po’ curiosa.
Domenico Maiella era un molto preoccupato
per quel figlio, buono sì, ma anche un po’ fissato.
Magro di costituzione e gracile d’aspetto,
pallido nella faccia, con un gran cuore in petto.
Che ne sarebbe stato di quel figlio sfortunato ?
…Avrebbe fatto il sarto, e in casa ritirato !-
Gerardo a malincuore    
    Con aghi econ cotone
apprese la sua arte
ma senza vocazione.
Trascorse mesi ed anni
tra preghiere ed affanni,
rifiuti e gran dolore
poi, tra il generale stupore
fuggì da quella casa,
accolto con calore
nella congregazione del Santo Redentore.
E quel che avvenne dopo
è cosa a tutti nota…
visse santamente
pregando tra la gente
poi, molto sofferente
con gli occhi volti al cielo,
fissò la Vergine in faccia,
e col più bel sorriso
volò tra le sue braccia.
Tutto dobbiamo a Te,
o caro San Gerardo !
Nessuno di noi sfugga
all’attento tuo sguardo !
    Colmaci di ogni bene
    e di giusti sentimenti;
    i nostri amati giovani
    operino qui contenti.
Guarda con attenzione
anche le partorienti
e dona a tutti noi
salute e sane menti.

Rita SABA