Attualità del pensiero politico di Luigi Sansò

“Si sa che la purezza del pensiero splende in tutta la sua trasparenza nell’attimo in cui esso nasce, e che distanza, futuro, sintesi di retroflessioni e di avanzamenti sfaccettano molteciplemente il prisma che rinserra tale purezza”

     E’ l’incipit della Premessa alla Ristampa della Monografia  Per L’Unione degli Stati Uniti d’Europa – del 1958,  di Luigi Sansò.
     Il testo fu scritto nel 1918, sul finire della Grande Guerra. Durante la discussione del Trattato di Pace a Versailles, il nostro Concittadino inviò al Presidente Wilson il suo scritto in cui lo esortava a perorare la causa per realizzare l’Unione degli Stati d’Europa.
     La Monografia era accompagnata da un “Inno a Wilson” in latino, di cui mi rimase impressa, per la sua forza espressiva, l’immagine dei Caduti che risorgono e, le ferite ancor sanguinanti, abbracciano coloro che li hanno uccisi e consegnati alla gloria degli eroi… meravigliosa immagine di cristiano perdono e di carità.
“ E morte vos resurgite,  
Percussi, cruor exsudet bis vulnere vestro,
Fratremque osculamini“ ecc.
     Alla Lettera rispose e ringraziò il Segretario Confidenziale del Presidente W. Wilson, Mr.Gilbert F. Clox .
     Nella Monografia il Sansò dopo avere esaminato la Storia Europea e i vari tentativi nei secoli di unione tra gli stati Europei, l’aggruppamento di popoli e religioni più vario e litigioso del mondo, scarta l’ipotesi di unione su basi etniche in quanto “assai suscettibili di perturbazione” e scarta anche l’ipotesi dell’elemento topografico o una Lega Delfica tra vincitori e vinti: sarebbe in entrambi i casi un “opaco silenzio tra un fulmine e l’altro”.
     Resta come unica possibilità la Confederazione avente per base il Diritto Internazionale e per fine il soddisfacimento d’interessi politici ed economici comuni.
     Di qui il conferimento al Presidente Woodrow Wilson del nobilissimo mandato affidato a lui ed al suo popolo  dal destino.
     Del resto, nell’assumere nel 1902 la Presidenza dell’Università di Princeton, nel discorso inaugurale, proprio Woodrow Wilson aveva detto:
Un libero capitale spirituale: ecco ciò che occorre soprattutto al mondo: un libero capitale sempre disponibile per le imprese nuove, sì spirituali che materiali, che assicurino il progresso della razza umana e sospingano l’uomo verso una vita nuova.
     Sappiamo come andò a finire: Il Trattato di Versailles pose solo le basi di un secondo eccidio, tanto più grave e pieno di orrori che il Padreterno, nella sua infinita misericordia, dovette volgere altrove lo sguardo….. per non doversi pentire di avere creato il genere umano.
     Si scelsero infatti entrambe le soluzioni scartate dall’analisi del Sansò. Si fecero nascere  Stati su base etnica esasperando i nazionalismi oppure, là dove la cosa appariva complicata per la compenetrazione sullo stesso territorio di più popoli e religioni, come ad esempio per la Iugoslavia, su base topografica, creando nuove tensioni.
     Al Presidente Wilson restò il contentino di una Società delle Nazioni, peraltro mai riconosciuta proprio dagli Stati Uniti, minata già alla base in sul nascere dagli stessi suoi articoli.     
     Il Presidente Wilson, raccontano le cronache dell’epoca, una notte fu trovato ubriaco vagare per le vie di Parigi: in vino veritas?
     Profondamente deluso, si era forse reso conto con chi aveva avuto a che fare e a quale mina si era dato l’innesco?
     Avevano avuto la meglio lo spirito di vendetta dei vincitori e la tracotanza di Clemanceau (ricordate? Quello reso famoso per avere gridato “Vive la difference !”…al termine di un infiammato discorso sull’eguaglianza uomo - donna alla Camera dei Deputati francese, quando l’oratore aveva concluso il suo discorso: entre l’homme e la femme il n’y a ch’une petite difference ed aveva così scatenato un applauso travolgente) .
     Nella Premessa alla Ristampa del 1958 della Monografia concepita nel 1918, che si apre con la frase riportata all’inizio, il Sansò, alla realizzazione della Comunità Economica Europea, prende atto che “ l’accortezza creativa e realistica di pochi uomini, non potendo più sottovalutare l’importanza in atto del fattore economico, lo ha scelto per necessità come coefficiente – guida per giungere al consolidamento dell’amicizia e della fratellanza prima di un gruppo esiguo dei popoli, e, in seguito, per giungere, quando la spiritualità umana si sia riscattata in una sincerità veramente evangelica, a una Comunità universale, che, dopo aver sorpassato la fase di esasperato egoismo, finalmente basi la sua ragione d’essere sui grandi valori morali”.
     Infatti, come espone più avanti in conclusione della Premessa “La  spiegazione materialistica, provvisoria e mutevole, non inquadra le leggi dello spirito, misteriose e ritornanti, insopprimibili e inafferrabili”, l’Unione Europea è basata sugli interessi economici. L’unione monetaria dal Sansò preconizzata ha “determinato ormai in modo incrollabile e definitivo l’attestazione dell’ Unione degli Stati d’Europa”.
    Tuttavia la Costituzione Europea, ossia il necessario passo successivo dopo ben cinquanta anni, trova forti ostacoli per una sua promulgazione condivisa da tutte le Nazioni. Le comuni radici giuridico - culturali e gli stessi interessi economici, vista la crisi mondiale attuale, sono in una fase di riesame per così dire. Non parliamo poi delle comuni radici cristiane, non se ne parla nemmeno, tutti ricordiamo la levata di scudi…a suo tempo provocata alla proposta del nostro Concittadino, attuale Vicepresidente della Camera dei Deputati, Rocco Buttiglione al Consiglio Europeo nel periodo della sua rappresentanza dell’Italia.
Ricordiamo l’elevazione a Compatroni d’Europa, accanto a S. Benedetto, dei Santi Cirillo e Metodio, realizzata da Papa Giovanni Paolo II.
     Chi furon costoro?
     Per comodità del lettore ricordo che, mandati per evangelizzare gli Slavi su incarico del Basileus di Bisanzio, chiesero l’autorizzazione ed il permesso al Papa di Roma. Esempio di concezione ecumenica della religione Cristiana, al di sopra delle divisioni anche all’interno stesso della Chiesa.
     La chiave storica del problema è nella necessità che alle basi di un’Unione di Stati vi siano grandi valori morali. Questa è la posizione validissima, oggi più che mai, del pensiero politico del Sansò.  
     La cause etico – sociali, prima ancora che economiche, della crisi, non solo Europea, sono descritte efficacemente nel recente saggio succitato di Piero Bevilacqua – Miseria dello sviluppo ( Ed. Laterza). Cito tra virgolette:
“ Lo sviluppo, la corsa al conseguimento di sempre più alti standard di vita attraverso sempre più elevati livelli di produzione e di consumo, di beni materiali e servizi, è finito……” .  
     Non è affatto vero che la felicità dei popoli è data solo dal benessere materiale. Specie se tale benessere è conquistato con l’impoverimento di altri popoli, e con l’immiserimento di altre frange sociali all’interno del medesimo Stato. Sorgono necessariamente dei contrasti, che mettono a repentaglio il benessere conseguito solo da una parte delle genti. Dalla lettura della “Miseria dello Sviluppo” si evince che il benessere di alcuni è stato ottenuto dall’aver ridotto l’uomo a individuo, il lavoratore a voce di calcolo del costo di produzione di un manufatto, dall’avere scatenato un rimescolamento di genti con immigrazioni di disperati, dall’aver ridotto il lavoratore, elemento fondante di ogni organismo produttivo, da collaboratore o prestatore d’opera a “precario”, la famiglia, cellula naturale di ogni popolo, a res nullius,  la madre di famiglia, mater familias!, a….. prostituta di un uomo solo – come ebbe a dire un buontempone della politica - .
     Lo sviluppo del benessere materiale di alcuni ha messo in evidenza la “miseria etico - sociale dello sviluppo”!  Ogni valore sacrificato sull’altare del dio denaro, per primo la dignità dell’uomo.
     Il nocciolo della questione è qui. Qui sono le cause: nella mancanza di grandi valori ( fratellanza e solidarietà tra gli uomini in primis), sia all’interno di ogni singola nazione sia fra le varie genti.
     Nella conclusione il Bevilacqua “ L’Europa unita può riscoprire la sua vocazione originaria, realizzare il progetto universale di far dialogare le diverse culture dei popoli “ ….ecc.  
     A questo punto viene in mente la frase del discorso di Papa Giovanni Paolo II proprio a Parma “questa civiltà così grassa e così disperata” e tutta la Sua grandiosa opera ecumenica, mentre fa da contrasto la frase della Signora Thatcher “ non esiste la società, esistono solo gli individui”.
Frase che secondo la definizione di Bevilacqua “non vale neppure per il mondo animale”.
    Come quindi procedere? Le folle di giovani, quelle sì veramente oceaniche, si raccoglievano istintivamente intorno al Papa Polacco, senza avere tutti forse piena coscienza del peso e del significato eterno delle sue parole, sulla necessità di unione e tolleranza tra tutte le religioni Monoteiste, base necessaria per procedere all’Unione fra gli Stati ed i Popoli.  
     Il nostro Concittadino partendo dalle fonti etico - politiche che la sua vasta cultura gli offriva, ad esempio dai concetti espressi nell’opera di E. Kant “Per la Pace Perpetua” e dalla stessa Costituzione degli Stati Uniti, ma soprattutto dalla sua personalità profondamente cristiana, ne fa un riesame etico ed offre la sua soluzione di altissimo livello politico:  l’Unione degli Stati d’Europa come realizzazione di una Comunità universale basata sul Diritto Internazionale dei Popoli, a sua volta basato sui grandi valori etici.  
    Una pietra miliare, che brilla in anticipo sui tempi, sempre che questi una buona volta giungano.  


Nino SANSO’