Il crollo della “cimasa” dell’oratorio confraternale di Santa Maria degli Angeli di Gallipoli
La notte del 4 marzo e le prime ore del 5 hanno visto un fortissimo maltempo, con raffiche di vento violentissime accompagnate da una pioggia battente, abbattersi su tutto il Salento provocando danni ingenti sia alle strutture edilizie che alle colture abbattendo cornicioni, mura di cinta e alberi secolari.
A Gallipoli, l’oratorio confraternale di Santa Maria degli Angeli è stato segnato da una ferita profonda che ha privato la città jonica di un manufatto di immenso valore storico-artistico.
La “cimasa”, ovvero la parte terminale della cornice sovrastante la facciata della chiesa è letteralmente volata via insieme al grande portone d’accesso alla sacrestia: pochi attimi ed un eccezionale evento meteorologico hanno tranciato di netto quattro secoli di storia compromettendo seriamente anche il campanile a vela e gli infissi superiori.
Quanti ricordi, quante emozioni hanno suscitato quelle pietre, soprattutto negli afosi pomeriggi d’agosto o nell’umida brezza del Venerdì santo quando in silenzio si aspetta il passaggio dell’espressiva statua dell’Addolorata.
Quanti pescatori, inseguendo con lo sguardo l’ombrosa sagoma dei pinnacoli sormontati dalla croce, trampolino di lancio per le mille evoluzioni dei gabbiani, ma anche dei sogni e delle speranze di una vita passata sulle onde, scorgendone dal largo l’immagine venivano rinfrancati da questa visione quasi domestica, sicuramente familiare e rassicurante.
Ora tutti ne sentiamo la mancanza: le pietre cadute, poco più che sassi, ormai, pesano fortemente sul cuore di ciascuno di noi.
Certo, guardandola adesso, la chiesa degli Angeli non sembra più la stessa, è diventata un edificio monco: quella cimasa seicentesca le attribuiva uno slancio particolare.
Sembrava quasi l’immagine del Paradiso, riccamente decorata dagli scalpelli di anonimi mastri che avevano dato forma ad un tripudio di angeli festosi e ghirlande di fiori, verso il quale la Vergine sulla maiolica si librava.
L’idea concretizzata fin dal primo istante è stata la ricostruzione.
Tuttavia i fondi a disposizione della Confraternita sono veramente esigui, per questo auspichiamo un intervento concreto da parte degli Enti preposti e di quanti vorranno contribuire al ripristino di questo importante monumento.
Fabio CASOLE
Antonio FAITA