Spigolature librarie: I diritti umani

Dal 10-12-1948, da quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo, in base alla quale venne redatto un documento di alto valore politico e morale attinente alla protezione degli individui, sono trascorsi sessanta anni.
La Dichiarazione comprende le più svariate esplicazioni della libertà umana: “diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza personale, al riconoscimento come persona e all’uguaglianza di fronte alla legge, alla libertà di locomozione e di emigrazione, all’asilo, alla nazionalità, alla proprietà, alla libertà di pensiero, di coscienza, di religione, di associazione, di opinione e di espressione, alla sicurezza sociale, a lavorare in condizioni giuste e favorevoli, alla libertà sindacale, ad un livello adeguato di vita e di educazione”.
Qualche anno più tardi anche gli Stati membri del Consiglio d’Europa giunsero ad adottare e a fare entrare in vigore una Convenzione con la quale si imponeva agli Stati aderenti di garantire il rispetto di una serie di diritti e libertà: “il diritto alla vita; il divieto della tortura; la proibizione della schiavitù e del lavoro forzato; il diritto alla sicurezza personale; il rispetto per la vita privata e famigliare; la libertà di riunione e di associazione per scopi pacifici; il diritto di sposare e di fondare una famiglia secondo le leggi nazionali”.
Furono creati anche due organi -la Commissione europea per i Diritti umani e la Corte europea per i diritti umani- aventi competenza riguardo ai reclami mossi dagli interessati che avessero subito lesioni in materia.
Con la Convenzione si tutelavano i diritti umani dopo secoli di soprusi effettuati nei riguardi di alcune categorie sociali e religiose: di africani deportati; di politici condannati per le loro ideologie; di contadini maltrattati nelle proprietà dei latifondisti, di operai nelle fabbriche; di minatori nelle miniere e nelle cave.
Vi era l’intento a non far ripetere più esperienze negative tipo l’accanimento nazista contro le minoranze etniche discriminate e contro gli ebrei, un popolo contrastato e perseguitato fino a volerne eliminare l’esistenza.
Con la tutela dei diritti umani, in virtù della libertà di pensiero e di espressione, si intendeva eliminare la persecuzione che regimi assolutisti avevano perpetrato anche nei confronti di coloro che avevano manifestato la loro opposizione solo verbalmente. La Convenzione stabiliva che il godimento dei Diritti umani non è soggetto ad alcuna discriminazione fondata su ragioni di razza, di lingua, di religione, di opinione politica, di origine sociale. Ciò avrebbe dovuto mettere fine alla politica di segregazione razziale messa in atto per secoli anche dalla minoranza bianca che, nella Repubblica Sudafricana e in altre parti del mondo, interessava intere popolazioni autoctone nere, indiane, asiatiche, compresi i loro figli meticci, nati dai matrimoni misti con gli stessi bianchi.
La protezione internazionale dei Diritti umani rappresentava perciò un’importante conquista dell’umanità, portava una luce di speranza nel faticoso cammino verso il rispetto della libertà e della dignità e verso la redenzione morale e sociale della persona umana.
Fatta tale premessa viene spontanea la seguente considerazione: dal punto di vista pratico, nella quotidianità della gente, esiste il sentimento che trattiene gli impulsi ad offendere gli altri, a limitare i loro diritti, a sottrarre i loro beni?
In alcune realtà sembra proprio di no!
Spesso manca l’osservanza delle regole più elementari del comportamento adeguato alla convivenza, delle leggi e delle convenzioni sociali e morali. A volte c’è chi agisce con forme di arbitrio, lontane dal rispetto della libertà individuale prevista dai Diritti umani, praticato con modi non degni di una civiltà avanzata.
I campi in cui trovano giornaliera applicazione tali soprusi non sono solo le aree funestate dalle guerre, ma anche le altre realtà sociali, con molti esempi in politica e in economia, nel lavoro, nella sanità e nella salute, nella scuola e nella strada, nel vicinato e nello sport, nel quale si incoraggia la contrapposizione tra opposte fazioni e tifoserie.
Ad alcuni individui sembra che tutto possa essere consentito.
Vi sono molti episodi che lasciano allibito chi è dotato di buon senso, mentre vi è la tendenza ad assuefarsi a tali comportamenti e non attivare quelle modalità incisive per scoraggiarli, pur previste dalle leggi che tutelano i diritti dell’uomo senza dover fare ricorso alla violenza. Non raramente succede che persone adulte, integre dal punto di vista morale, vengano fatte bersaglio, senza motivo, da parte di giovinastri che si divertono così per strada, di espressioni prive di rispetto, che offendono la dignità di coloro che le subiscono. Altre volte baby-gang prendono di mira coetanei, perseguitandoli con lo scopo di effettuare a loro danno estorsioni o prepotenze. Se le pretese non vengono soddisfatte procedono ai pestaggi. In molte realtà territoriali o aree urbane italiane, di sera, dopo una certa ora, la gente preferisce non uscire di casa per la paura di quello che potrebbe succederle. Comportamenti irrispettosi e prevaricanti si possono anche verificare nei quartieri di appartenenza, nel vicinato, tra proprietari confinanti o tra abitanti di uno stesso condominio. Talora basta un semplice malinteso o una parola fuori posto per dare origine a litigi interminabili, che fanno perdere agli interessati la possibilità di vivere da amici. Si sono verificati episodi di persone anziane che vengono raggirate da individui senza scrupoli, con artifici complicati che hanno lo scopo di sottrarre loro del denaro. In alcune scuole italiane e di altre nazioni, dove dovrebbe esserci un laboratorio privilegiato di convivenza, esiste invece, già da qualche decennio, il cosiddetto “bullismo”, manifestato attraverso l’attuazione da parte di certi alunni di azioni spavalde e a volte violente non solo nei confronti dei compagni, ma anche dei docenti.
I motivi che spingono a ciò sono molteplici e vanno esaminati dettagliatamente. Uno fra tutti è dipendente dalla situazione ambientale esterna alla scuola, in cui l’alunno viene a trovarsi dopo l’orario scolastico, con avvenimenti della realtà familiare o sociale in cui può essere coinvolto, i quali incidono negativamente tanto da originare un’angoscia che agisce sulla sua interiorità e dopo un certo periodo esplode sotto forma di coazione, oppure provoca un senso di sfiducia che porta all’esasperazione. La mancanza di punti di riferimento, spesso dovuta alla disgregazione familiare o sociale degli ambienti frequentati, disorienta poiché priva di esempi positivi, capaci di trasmettere le nozioni fondamentali del saper vivere. Non bisogna, per questo, dimenticare il rispetto dei Diritti umani dei bambini, molti dei quali sono soli, sfortunati, indifesi, sfruttati, malati, che non hanno come nutrirsi e curarsi, a volte tra l’indifferenza dei più agiati. L’umanità non può perdere di vista il fatto che i bambini sono le persone adulte del domani e che la loro vita va salvaguardata e migliorata trovando i rimedi necessari per difenderli dai soprusi e dagli abusi, vigilando e migliorando le condizioni degli ambienti in cui vivono o sono costretti a vivere.
Sul piano lavorativo la mancanza di adozione di sistemi di sicurezza mette a repentaglio la vita di molti operai e si intensificano così gli incidenti sul lavoro. Anche negli uffici molte volte non vi è serenità nell’esplicare le proprie attività, per effetto di azioni deleterie che arbitrariamente alcuni dipendenti attuano nei confronti dei loro colleghi, per il gusto di creare disagio e sofferenza.
Nel campo della sanità molte persone affette da gravi malattie sono costrette ad abbandonare le strutture ospedaliere italiane e recarsi all’estero per poter usufruire delle cure necessarie, sopportando conseguenze economiche rilevanti.
Il diritto alla salute è sacrosanto, però quelle persone che non hanno risorse economiche per potersi curare bene non dispongono delle stesse alternative di chi ha maggiori possibilità.
La sperequazione presente nei diversi strati sociali è enorme.
La nostra è una specie unica - l’umana- e nelle persone si può realizzare pienamente la natura con ciò che essa ha di essenziale e di universale, per questo motivo va salvaguardata con consapevolezza, utilizzando le energie individuali, ma anche con l’aiuto degli altri, perché sin dall’alba del mondo tutti sanno che l’individuo ha anche le sue limitazioni, le sue debolezze, le sue contraddizioni, le sue imperfezioni. Per tali ragioni il singolo non può arrogarsi il diritto di prevaricare sui suoi simili, ma per un dovere morale e per coscienza dovrebbe elargire benevolenza, comprensione, e se possibile, generosità e solidarietà.
Al contrario, alcuni accadimenti, voluti da menti rivolte allo sterminio, dimostrano che non si tiene nella dovuta considerazione il prossimo ed ecco che da anni si verificano, attraverso azioni di terrorismo, stragi nei confronti di gente inconsapevole. Ne sono interessati tanto le zone di guerra, quanto i luoghi affollati di certe località del mondo. Coloro che attuano violenza, in nome di alcune ideologie o di convinzioni radicate o acquisite, hanno la piena consapevolezza di voler provocare danni estremi. Le opinioni formate e costantemente presenti vengono messe in atto con l’intenzione di eliminare l’esistenza di molti innocenti, pur sapendo che le azioni compiute sono dirette anche contro se stessi, oltre che contro i propri simili, poiché non tengono conto che la vita è un bene prezioso e che tutti hanno il diritto di viverla.
Il diritto all’esistenza è una realtà degli esseri viventi, però ciò non è stato tenuto presente da quelle persone che hanno perpetrato genocidi nei confronti di interi popoli e hanno attuato crimini di guerra.
Ognuno per la propria sopravvivenza dovrebbe avere maggiori garanzie e disporre dei mezzi necessari per poterla realizzare, mentre, nonostante la Convenzione, è evidente che è molto lontano il reale raggiungimento del rispetto dei diritti umani. Oggigiorno, nella quotidianità, vi è molta incertezza a causa del lavoro precario, dei bassi stipendi, delle pensioni insufficienti, delle tasse elevate, tutti motivi che non permettono di vivere in modo agiato. Il principio per cui a tutti gli uomini debba essere assicurata la soddisfazione del bisogno, tendente a stabilire una condizione di uguaglianza reale e non formale, viene disatteso da molte parti. I detentori di enormi ricchezze dovrebbero rivolgere un pensiero verso coloro che non hanno come nutrirsi ed elargire ad essi parte del proprio patrimonio. Il miglioramento economico, per il concetto di uguaglianza tra gli uomini, dovrebbe essere ripartito tra le diverse categorie sociali, in modo da dare nel mondo testimonianza luminosa di umanità e di solidarietà.


Cosimo PALESE