Nel numero precedente di Anxa, gennaio/febbraio 2009, ho cercato di spiegare, almeno nelle linee essenziali e nei principi generali, cos’è il federalismo.
Sollecitato da qualche persona che ha chiesto maggiori chiarimenti ed approfondimenti su alcuni aspetti pratici, continuo il discorso avviato, cercando di delineare ed immaginare l’impatto che la nuova organizzazione politico-amministrativa, potrà avere nel meridione d’Italia ed in particolare nei territori del Grande Salento.
Premesso che esistono nel mondo diverse forme e gradi di federalismo ( l’ultima nazione in ordine di tempo che cerca di incamminarsi in questa direzione è la Corea, in vista di una futura riunificazione tra Nord e Sud), una caratteristica comune mi sembra in ogni caso ravvisabile nello spostamento di competenze dallo Stato centrale a quelli federali e la conseguente rimodulazione delle entrate fiscali, la maggior parte delle quali devono andare agli Organismi territoriali che sopportano le maggiori spese, in ragione dei compiti loro attribuiti.
Di conseguenza anche in Italia il sistema dovrebbe essere ribaltato rispetto alla forma attuale: non è lo Stato centrale che accentra e poi ridistribuisce a ciascun Stato federale, secondo le sue spettanze, i tributi ricevuti ma è quest’ultimo il dominus della situazione in quanto incassa tutte le somme versate dai contribuenti che vivono e lavorano sul suo territorio, si trattiene la sua parte (50% ?) e poi trasferisce quanto dovuto allo Stato centrale (20% ?) ed ai Comuni (30% ?) della sua federazione.
Tale cambiamento non si limita solo agli aspetti contabili ma genera tutta una serie di conseguenze giuridiche, organizzative e pratiche che sarebbe troppo complesso illustrare in questa sede; basterà semplicemente accennare al fatto che spetta allo Stato federale che incassa, controllare (convalidare o contestare) le dichiarazioni fiscali anche nella parte relativa alle tasse che sono di spettanza di quello Centrale e dei Comuni e regolare il relativo contenzioso.
Ma la questione più importante coinvolge l’aspetto politico - amministrativo che comporterà necessariamente un cambiamento di mentalità ed abitudini, profondamente radicate, specie nel meridione d’Italia.
Ogni Stato federale dovrà cavarsela da solo e non potrà più aspettarsi che Roma tappi i buchi provocati non da eventi eccezionali ma dall’ordinaria amministrazione, com’è successo in tempi recenti per Catania, Palermo, Taranto e la Campania (vedi spazzatura).
Il fondo di solidarietà nazionale, previsto dal federalismo, serve infatti solo ad eliminare differenze infrastrutturali notevoli tra le diverse parti del paese ma non a coprire i disavanzi milionari che inefficienze, clientelismo e localismi vari, hanno creato.
Se ad esempio in una regione vi sono una miriade di Ospedali, creati nel secolo scorso per motivi elettorali al fine di collocare il maggior numero possibile di personale, spesso preparato e professionale ma alcune volte incompetente, inefficiente ed assenteista, fregandosene altamente del rapporto costi-benefici, queste disfunzioni vanno corrette al più presto creando finalmente strutture che rispondano veramente alle esigenze del malato e non a quelle dell’impiegato, che a parità di prestazioni costino al contribuente del Sud la stessa cifra che paga il cittadino del Nord d’Italia ed evitino una buona volta l’emigrazione del dolore; in caso contrario i debiti porteranno ugualmente alla loro chiusura e la medicina sarà a due velocità, efficiente per la classi più agiate e pessima per gli altri.
Sarebbe molto meno oneroso avere due o tre Ospedali, veramente moderni ed all’avanguardia e nel contempo dotarsi di una piccola flotta di ambulanze ed elicotteri che permettano di raggiungerli in breve tempo, costruendo accanto o all’interno di queste città sanitarie alloggi a basso costo (per gli indigenti a titolo gratuito), da destinare ai familiari dei ricoverati più gravi e più lontani dal luogo di residenza.
Le strutture esistenti dismesse potrebbero essere trasformate in Case per anziani, Day Hospital, Cliniche private, Centri sociali o servire per incrementare il turismo della terza età, quello religioso, sportivo o ricreativo in occasione di grandi eventi.
Se non si perviene alla razionalizzazione ed all’equità della spesa pubblica, i paesi del Sud, abbandonati a se stessi, assediati da disoccupazione, inefficienza, corruzione e criminalità organizzata, diventeranno il contenitore di tensioni esplosive che li trasformeranno in una terra senza legge e senza regole, come avviene in certe zone dell’America del Sud e dell’Africa, dove non solo le case signorili ma anche quelle appena decorose devono essere protette da strutture murarie di notevole altezza e da vigilantes armati.
Forse vi sembrerò esagerato ma quest’articolo lo sto scrivendo il giorno dopo l’intervista su Rai tre (25 marzo 2009), fatta da Fabio Fazio a Roberto Saviano, lo scrittore napoletano autore di “Gomorra”, costretto a vivere da oltre due anni sotto scorta e cambiando continuamente casa, per paura di essere ammazzato dalle organizzazioni che tengono in scacco interi territori del nostro Paese, da lui lucidamente descritte.
Ciò premesso il Federalismo , se da un lato premierà l’efficienza dall’altra metterà allo scoperto tutti i ritardi, le arretratezze e le disfunzioni, ponendo di fronte , senza più alibi e scuse, gli amministratori ai cittadini.
Il Federalismo siccome si coniuga con autonomia (non solo finanziaria), responsabilità e partecipazione popolare, non potrà funzionare se non si perfezionano alcuni strumenti di vigilanza e controllo, se non si pretenderà la responsabilità anche personale di amministratori, dirigenti e funzionari pubblici, per gli errori commessi in malafede e nell’esercizio delle loro funzioni e non si metteranno i cittadini in condizione di poter giudicare concretamente l’operato di chi manovra denaro pubblico.
Quante volte è toccato al privato rivolgersi ai giudici per farsi riconoscere un sacrosanto diritto che gli era stato negato in modo illegittimo o concesso dopo un tempo infinito, quando spesso non serviva più, magari per decesso dell’interessato ?.
Per fare degli esempi presi a caso dal mucchio, poteva trattarsi indifferentemente del rifiuto di concedere un ausilio per portatori d’handicap, di una pratica pensionistica mal istruita e quindi non liquidata per svariati anni, di una multa data in modo illegittimo, non motivata e magari notificata in modo scorretto.
Quando queste cause sono state vinte dal privato , con conseguente condanna dell’Amministrazione pubblica, è stato sempre il cittadino comune a pagare i costi e le spese processuali, attraverso le tasse e non certo i funzionari o gli agenti che hanno provocato il disservizio.
Apparirebbe quindi corretto, in caso di manifesta malafede o inefficienza dell’agente e/o dei suoi superiori, stabilire con una legge specifica “sulla responsabilità degli agenti e funzionari”, valida per tutti i settori della Pubblica amministrazione, che una parte di tali spese fosse posta a loro carico, in modo da scoraggiare l’ignoranza ed il mancato aggiornamento professionale ed in casi eccezionali la colpa o il dolo.
Sarebbe un ottimo esempio di federalismo che significa avvicinare il cittadino alle istituzioni, renderlo compartecipe delle decisioni più importanti e tutelarlo adeguatamente contro gli abusi di potere.
In definitiva il Federalismo può rappresentare per il Sud e per noi del Grande Salento un’occasione di riscatto ed avanzamento civile, a condizione che ci si assuma la responsabilità di camminare con le proprie gambe, sfruttando le immense possibilità che il territorio in cui viviamo offre, abbandonando la politica furba, mendicante, lamentosa e quella parte di classe dirigente che sinora l’ha interpretata ed incarnata.
Fredy SALOMONE