Tutto ciò ci fa capire che i tempi che ci attendono non saranno facili nel
semestre, perché le lotte intestine sembrano trasferirsi a livello europeo. E',
infatti, chiara la posizione di Hans Gert Poettering, leader del maggior partito
europeo, il Partito Popolare, in favore di Berlusconi, con buona pace di Rutelli
e Castagnetti.
Ma il teatrino della politica si dipana anche nella nostra
Gallipoli, con un altro twister. I rapporti tra la maggioranza che governa la
città e la minoranza sembrano surriscaldarsi per effetto della temperatura
elevata, con produzione di temporali estivi. Sicchè, mentre la maggioranza
continua il suo cammino nell'attuazione del programma elettorale, riscuotendo
consensi anche tra le file dell'opposizione su argomenti importanti, quali il
porto turistico, peccando in ciò di poca comunicazione con la gente, la
minoranza si attarda sulla stampa locale a evocare chissà quali sconvolgimenti,
chissà quali crisi, cercando di cavalcare tutte le asprezze che si verificano,
con vaniloqui che non hanno né obbiettivi, né fini collaborativi e, tanto meno,
alcuna possibilità di ribaltare la situazione in loro favore.
A nulla è valso il
mio avvertimento, da modesto Capogruppo dell'allora CDU oggi UDC, che il
programma sarebbe stato attuato dall'Amministrazione nell'arco dei cinque anni a
disposizione e che sarebbe stato inutile chiedere un bilancio dopo il primo o il
secondo anno. Quanto detto può sembrare ovvio, ma non lo è. La nostra città è
abituata a cambi di guardia annuali, biennali. Quando i governanti osano durare
di più, si grida alla dittatura, alla presa del potere.
Oggi, con l'attenuazione
della presenza dei Partiti nella vita istituzionale, si grida alla
antidemocraticità, se ne fa addirittura una "questione morale", raggiungendo il
parossismo dell'ignoranza del significato dei termini.
Il cittadino, non quello
comune che si interessa poco di politica locale, ma quello appartenente alla
schiera dei più interessati, degli affezionati alla vita del Palazzo, che prima
aveva modo di dire la sua nelle lunghe ed estenuanti riunioni di Direttivi
locali, oggi si sente emarginato, non considerato.
Si è quasi al paradosso: per
anni si è concionato contro la politica invasiva dei partiti nella vita delle
Istituzioni. Un rappresentante del popolo, eletto democraticamente, per anni si
è visto annullare, nella sua azione, da deliberati partitici che arrivavano a
stravolgere le manovre, quando a non provocare veri e propri abusi, che tutti
noi abbiamo riconosciuto come tali. Un segretario di partito contava di più di
un Presidente del Consiglio, o di un Sindaco.
Abbiamo tutti deprecato questa
pratica da lobby, guardando al nuovo. Ma oggi si rivuole il partito, "la
supremazia del partito", ma vi è il sospetto che si voglia ripristinare le
antiche pratiche negative più che le capacità positive e le funzioni benefiche
alla base dei partiti politici. I partiti come trampolini per ottenere posti di
lavoro, come mezzi per orientare le decisioni di governo su visioni di parte.
I
partiti come lotte intestine per prevalere gli uni sugli altri. Purtroppo il
sistema maggioritario ha spazzato via tutto questo: ma abituarvisi è quanto mai
grave! Suvvia! Come al solito, passata la calura estiva, le menti torneranno a
funzionare meglio.
Un appello per coloro che riescono a mantenere la testa a
temperatura accettabile: invece di arrampicarsi su specchi umidi quanto
scivolosi, diamo un aiuto a questo Sindaco, che ho la sensazione, vista la
tabella di marcia di mia conoscenza, alla fine del mandato riuscirà a completare
il programma, anche se con difetto di visibilità, difetto legato al carattere.
Io ed i miei amici, nelle Istituzioni, ci impegneremo in futuro a colmare questo
difetto, lavorando alla creazione di un buon canale di comunicazione tra il
Palazzo e la gente senza pregiudizi.