Diamo per scontato che il resto funzioni a meraviglia: coste ripulite, spiagge
private organizzate, quelle libere ben servite, mare da bandiera blu a cinque
stelle, depuratore in pieno esercizio, la portualità turistica d'avanguardia con
attrezzature tecniche di supporto, strutture e infrastrutture parallele, quella
peschereccia razionalizzata, la mercantile incentivata, mercato ittico
all'ingrosso non da terzo mondo, lungomari accuditi, impeccabile servizio di
nettezza urbana, raccolta differenziata soddisfacente, illuminazione civica
efficiente, attività commerciali civilmente regolamentate, viabilità scorrevole
con traffico ordinato e monitorato, pensiline d'attesa per bus urbani, ordine
pubblico rassicurante, parcheggi meglio gestiti, metanizzazione avviata,
presenza di vespasiani, parchi pubblici custoditi con verde lussureggiante,
fontane pubbliche artistiche e allegre, marciapiedi decorosi privi di
parietarie, escrementi ed altro, assenza di randagismo, cani al guinzaglio di
proprietari con paletta-sacchetto, ricettività alberghiera competitiva,
ristorazione controllata, edilizia scolastica ammodernata, attenzione agli
insediamenti abitativi periferici e costieri, convivenza civile normalizzata,
servizi adeguati, cittadinanza ospitale e rispettosa, amministratori capaci e
sensibili ai problemi della città, alla sua realtà, alla sua storia, che si para
all'ingresso del ponte secentesco, dove ha inizio il centro storico.
Questo è un
problema serio, con priorità assoluta. Dopo tanti assessori alla cultura, che
di mano in mano si sono passati il testimone del gravoso incarico, è necessario
che le parole siano finalmente fermate sulla carta e seguite dai fatti. La
delega comprende anche il centro storico. Più volte deluso del passato, non
intendo "snobbare" l'attuale assessore. Non sarebbe mio stile né mio costume.
Un
dialogo aperto col responsabile del settore è un diritto di ogni cittadino e
questo intervento mi auguro abbia un interlocutore affascinato ed entusiasta del
ruolo che ricopre. Gli amministrati non possono tollerare impunemente
amministratori che per ragioni incomprensibili declinino poi l'incarico
dichiarando l'impossibilità a portare a soluzione il problema principe di questa
città.
Gallipoli è il centro storico. Per eccellenza.
È bene che si sia tutti
d'accordo. Ma è il più degradato centro storico che io conosca, salvo smentite.
Chi sceglie di non annoiarsi ed opta di soggiornare da noi non è indotto dal
mare e dal sole. Non è esclusiva peculiarità. Turisti, forestieri, vacanzieri,
villeggianti, visitatori, bagnanti, nostri graditi ospiti, non approdano qui per
il Corso Roma, dotato di un "bel" marciapiede, di bar, gelaterie, trattorie,
pizzerie, ristoranti e negozi di grido, né per il lungomare…
Sono attratti dal
borgo antico, sin dalla scenografica piazza Aldo Moro.
Occorre pertanto
concentrare attenzioni e risorse per renderlo più ospitale e vivibile, come si
conviene per la nostra casa qualora si attenda la visita di amici.
La città
bastionata dev'essere un salotto, in ogni suo angolo. Per una zona di rispetto
vanno ribadite improrogabili priorità minime ed essenziali da perseguire
nell'esistente, senza perdersi in progetti faraonici o astratti: ordine, arredo
urbano, decoro urbanistico, tutela dell'ambiente e del patrimonio storico-
artistico, civiltà.
Mirati gli obiettivi primari: igiene pubblica periodica del territorio, inclusa
l'unica spiaggia, la Purità, fiore all'occhiello (da riesaminare il capitolato
d'appalto!); regolamento razionale del traffico, categoricamente vietato, in
estate, ai non residenti e ai non addetti ad attività impiegatizie e commerciali
(fatti salvi casi eccezionali); sistemazione del mercato ittico al dettaglio,
nauseabondo, indecoroso (primo biglietto da visita per il forestiero!);
eliminazione dello sconcio sbarramento doganale, autentico ostacolo per anziani
e disabili; riapertura della rampa di S. Francesco di Paola ad uso pedonale,
utile in circostanze straordinarie; ripristino dell'antico basolato;
restituzione delle piazze al cittadino con rispetto delle zone di pertinenza
delle chiese; restauro dei palazzi di valore artistico con le modalità previste
dalle leggi in materia di conservazione dei beni culturali;
rimessa in buon
ordine dell'architettura urbana con tinteggiatura conforme al buon gusto
(interventi a favore dei proprietari); presentabilità estetica delle case a
corte con maggiore cura di infissi, balconi, verande e mignani;
collocazione di
panchine e fioriere nei punti strategici interessanti; particolare decenza della
cerchia muraria. Questo in tempi immediati, prima di altri aspetti meno urgenti.
Non ho volutamente tralasciato il problema dei problemi di Piazza Imbriani:
1-la
definitiva soluzione, ormai improcrastinabile, della fruibilità del castello,
forse l'unico in Italia a restare chiuso e vietato alla collettività (si
restituirebbe un contenitore culturale di notevole portata);
2- la futura sorte
o destinazione del mercato coperto. Quell'angolo sarebbe davvero la migliore
cartolina della città, come immagine e ricaduta turistica.
È da tempo che nutro
un sogno non tanto segreto: attraversare il ponte e aggirarmi nel centro
storico, tra le nostre radici, senza vergogna. Ne saremmo finalmente fieri!
Gino Schirosi