Carissimo Presidente Giungato,
La ringrazio per avermi concesso questo spazio nel suo
notiziario, che seguo con molto interesse perché rappresenta un esempio genuino
di "gallipolinità" e lo stimolo a tutti i gallipolini "veraci e di nascita" per
la salvaguardia e la promozione della nostra "bella città" che da lunghi anni
langue.
Un ringraziamento anche perché in questo momento difficile della vita
politica a Gallipoli, in cui è tornata prepotentemente in auge la questione
morale, mi viene offerta l'occasione per chiarire e giustificare le ragioni,
anche culturali, della mia scelta, fatta nel corso dell'ultimo consiglio
comunale, di voto favorevole alla delibera presentata dal centro-destra per
l'affidamento, a Italianavigando, dello studio di fattibilità per la conversione
parziale in porto turistico del nostro storico porto commerciale.
Gallipoli non
è più una città a vocazione turistica, ma è già una città turistica e, come
tale, deve attrezzarsi adeguatamente per evadere le richieste più svariate delle
migliaia di persone che scelgono ogni anno per le loro agognate ferie le nostre
località. Da almeno tre anni il nostro porto commerciale registra un pesante
deficit, mentre è quasi ormai impossibile trovare un posto barca per la
crescente domanda della nautica da diporto; soltanto i facoltosi possono
permettersi di pagare le pesanti spese che comporta la proprietà anche di
piccole imbarcazioni.
I grossi yachts non possono attraccare a Gallipoli perché
non c'è disponibilità di posto e i loro proprietari sono costretti ad approdare
ad altri lidi, con comprensibile danno economico per il turismo e per i
gallipolini. La riconversione parziale del porto commerciale in turistico
comporterà la disponibilità di circa 300 posti barca, con evidenti ricadute
occupazionali ed anche con l'utilizzo appieno dei lavoratori "portuali" che oggi
sono spesso disimpegnati. Italianavigando è una emanazione del Ministero del
Tesoro, quindi organo pubblico, e solo quando il progetto di fattibilità verrà
riportato in consiglio per l'approvazione finale avrò la possibilità di
verificare se la mia scelta è stata corretta oppure dovrò comportarmi
diversamente.
Chi vuole veramente bene alla nostra città deve cogliere tutte le
occasioni che si presentano per il suo sviluppo e deve anche avere l'umiltà di
votare una delibera presentata dallo schieramento politico avversario quando ne
ha appurato la bontà.
Qualcuno ha detto e continua a dire che è una scelta sbagliata dal punto di
vista politico, perché è soprattutto fatta dal capogruppo consigliare dei DS e
dal Segretario sezionale dello stesso Partito; ma questa è soltanto una
questione partitica che nulla attiene al fine che si vuole raggiungere.
Non
possiamo continuare a litigare con livore e aggressività, abbiamo l'obbligo di
rendere Gallipoli accessibile a tutti: il porto turistico è un aspetto ed
un'opera importante, ma non è la sola che dobbiamo realizzare. Mille volte
abbiamo parlato di posti-letto, di ostelli della gioventù, di altre opportunità
di accoglienza ma, ahinoi, dopo le manifestazioni d'intenti e le mille riunioni
estive consumate nei teatri pubblici, nulla o poco è stato ancora concretizzato.
Abbiamo mai pensato, per esempio, ad un centro sportivo polivalente che possa
servire anche i paesi limitrofi? Gallipoli non dispone ancora di un pallone
tensostatico, che costa poco, ma non riscuote l'interesse degli amministratori,
di qualsiasi schieramento politico. Lo sport non è soltanto il calcio; ci sono
anche i cosiddetti sport "minori", che vengono praticati da migliaia di giovani
e che, per l'indubbia capacità di aggregazione, hanno un ruolo importantissimo
per la prevenzione di devianze e per la socializzazione.
Forse il sociale
interessa poco agli attuali amministratori, costantemente intenti a
cementificare, ma chi sta alla guida della città dovrebbe ricordare una regola
molto semplice della politica, quella cioè del grande favore che riscontrano le
opere pubbliche come l'impiantistica sportiva appunto, le scuole, i parchi
giochi.
Concludo questa mia digressione ricordando, a me stesso prima e poi a
tutti coloro che vogliono fare politica per l'interesse della città e dei
cittadini, che ogni tanto fa bene alla politica superare gli schieramenti dei
partiti e lavorare sinergicamente (che non significa trasversalmente) per la
crescita sociale, civile, etica di questa "nostra" città, ancora bistrattata e
vituperata.
Il politico non appartiene solo ed esclusivamente al partito, ma
anche e soprattutto alla "polis", cui in definitiva è chiamato moralmente, prima
o poi, a dar conto!
con stimaGiorgio Trianni