Per una Città sul mare l'infrastruttura portuale è la prima condizione per un organico sviluppo economico.
Il problema del porto è sempre stato l'argomento principale della
politica amministrativa di Gallipoli : nell'antichità , quando il
grande traffico commerciale richiedeva che si ponesse mano alla
costruzione di una struttura capiente e sicura in sostituzione dello "
scoglio del porto" che aveva rappresentato per secoli l'approdo incerto
per navi e velieri ; ai giorni nostri , ora che gli Amministratori
pubblici sono chiamati ad assumere decisioni che potrebbero significare
il dischiudersi di tempi più efficienti per lo sviluppo ed il destino
dell'attuale complesso portuale.
" Dovrà essere smantellato il desueto porto commerciale e sostituito con un moderno porto turistico?
Se il problema viene posto in questi termini non può essere affrontato
e risolto con soluzioni efficaci ; l'economia gallipolina richiede un
esame più complesso ed articolato.
Il porto commerciale non è il porto della Città di Gallipoli, non
avrebbe senso la sua esistenza , stante la mancanza in loco di attività
commerciali o industriali che ne richiedano l'utilizzo ; deve essere
visto , invece , come il porto del Sud Salento , l'unico porto
commerciale della Provincia di Lecce , di tutta l'area Salentina che
deve beneficiare di una efficiente struttura portuale , per una
maggiore crescita economica.
Ora il porto mercantile di Gallipoli sta languendo .
La Provincia di Lecce può fare a meno di una struttura commerciale
efficiente ed essere costretta ad utilizzare le moderne ed attrezzate
strutture portuali di Taranto e Brindisi?
Questo è un grosso problema di politica economica che non può essere eluso o sottaciuto o minimizzato.
L'attuale trend di utilizzo del nostro porto denota in questi ultimi anni un calo pauroso nel volume delle merci lavorate.
E' una questione di grave crisi industriale salentina , che ha
interrotto i canali commerciali con l'esterno oppure è la modesta
capacità della nostra attuale struttura commerciale che non riesce a
soddisfare tutte le esigenze dell'imprenditoria salentina?
Quando venti anni addietro la Regione Puglia affidò l'incarico di
redigere il Progetto generale del Porto di Gallipoli il problema del
suo miglioramento funzionale fu oggetto di varie discussioni ma , alla
fine , si pervenne ad una pessima soluzione che lasciò irrisolte le
principali emergenze esistenti , determinando il prevedibile risultato
del fallimento del porto commerciale.
I problemi strutturali della viabilità di accesso , dell' aumento dello
specchio delle acque, della configurazione dell'imboccatura portuale,
dell'affollamento delle attività nel " cul de sac" della zona centrale
della Città sono ancora tutti presenti .
Il dibattito in quegli anni non mancò di suggerire soluzioni che
potevano sembrare anche azzardate , chiedendo di spostare il sistema
portuale commerciale all'ingresso della Città, nella parte a Nord-Est .
Nel 'Quotidiano di Lecce' del 14 settembre del 1990 , in un intervento
dal titolo " Gallipoli, un porto per l'area salentina " , misi in
evidenza che "lo studio della C.I.S.L. ipotizza un intervento tendente
ad eliminare o ridurre l'attraversamento della Città per effettuare
operazioni commerciali ".
L'obiettivo primario doveva essere la realizzazione di un moderno
sistema portuale mercantile che agevolasse tutte le operazioni,
mettendo a disposizione più ampi spazi , sia a mare che a terra ,
garantendo un maggiore rispetto della situazione paesaggistica e
monumentale , evitando di deturpare l'immagine della Città-Isola , come
è invece avvenuto con la costruzione dell'altra via di accesso ,
accanto al ponte seicentesco privato ormai della sua originaria
configurazione artistico-monumentale.
I lavori eseguiti nell'emporio gallipolino determinarono scarso
miglioramento funzionale , modesti spazi banchinali, peggioramento
della capacità di manovra per le navi di grosse dimensioni, difficoltà
di immettersi nel porto per il disagevole attraversamento dell'intero
tessuto urbano .
Attualmente è un ibrido mortificante che testimonia il fallimento di
quel costoso e tanto chiacchierato intervento : il molo foraneo è
utilizzato come porto commerciale, il molo ferrovia viene usato come
mini porto peschereccio, il resto dovrebbe essere trasformato in porto
pseudo turistico ,oggetto di recenti diatribe tra Società interessate
ad installarvi pontili galleggianti , mobili , senza gli indispensabili
miglioramenti strutturali.
Il porto commerciale deve continuare ad esistere , per garantire un
avvenire di sviluppo delle nostre Comunità, anche se necessita di un
adeguamento alla tecnologia attuale.
Oltre alla questione del porto commerciale è urgente affrontare , con
sollecitudine , l'altro problema dell' economia marittima gallipolina:
:
la realizzazione del porto peschereccio!
E' da questo settore che
proviene la maggiore fonte di reddito della nostra economia marinara.
Non si può ignorare che la flottiglia peschereccia , importante fonte
di guadagno del capitolo ' pesca ' , non dispone di un sito debitamente
attrezzato.
Questo argomento deve rappresentare per gli Amministratori locali il
primo punto all'ordine del giorno di qualunque discorso programmatico .
Nel recente passato si decise la costruzione di una struttura portuale
da adibire esclusivamente a questo settore , si scelse di costruire 'il
porto peschereccio ' , ubicandolo nella zona secondo noi più idonea
esistente, nel Seno della Giudecca , realizzando una nuova darsena a
ridosso con il prolungamento del molo di ponente del Seno del Canneto
ed il prolungamento verso Levante del secondo braccio del Molo foraneo
del Seno del Canneto.
Nel Piano regolatore generale , adottato dal Comune ed attualmente
presso la Regione Puglia , si è proposta invece l'idea di una sua
ubicazione all'ingresso della Città , a Nord-Est , dove attualmente
esiste la darsena del 'Porto Gaio'.
Una sistemazione così lontana dal cuore commerciale e sociale della
Città sembra del tutto errata , basti pensare agli enormi disagi che
ciò creerebbe agli addetti del settore ed alla estraneità , rispetto al
vivere cittadino , di una tale situazione . Gallipoli perderebbe la sua
caratteristica di città marinara . Diverso è il discorso di una
ubicazione esterna alla Città del porto commerciale , da cui si
ricaverebbero solo ricadute utilitaristiche sia per il non
coinvolgimento dell'insediamento urbano al traffico commerciale sia per
gli accennati miglioramenti funzionali.
A seguito di tale proposta di diversa ubicazione da dare al ' porto
peschereccio ' si è costruito il Mercato ittico all'ingrosso ,
struttura allocata all'ingresso della Città , lontano dalle zone
attualmente occupate ed interessate dal settore , quindi mai entrato in
funzione perché non disponibile per un proficuo utilizzo. Certamente
bisognerà studiare una diversa messa in valore di quel manufatto ,
costato tanto denaro pubblico .
Queste due strutture , il porto commerciale ed il porto peschereccio ,
dovranno impegnare al massimo tutti gli Amministratori pubblici .
Emerge , quindi , l'esigenza di un discorso più articolato , rispetto
al quesito iniziale della trasformazione del porto commerciale in porto
turistico . Per fare ciò è necessario pervenire alla redazione di un
nuovo Piano Generale della portualità di Gallipoli che affronti e porti
a soluzione la complessa realtà delle problematiche sin qui evidenziate.
Certamente la vocazione terziaria della nostra Città obbliga a
realizzare anche moderne attrezzature a beneficio della nautica da
diporto .
Il porto turistico è una esigenza da affrontare e risolvere pensando
innanzitutto ad una sua idonea ubicazione o nel Seno del Canneto ,nella
zona 'salotto buono' della nostra Città o in altra zona a Nord - Nord
Est. Qui torna in campo il famoso progetto della Società "Etruria " che
dovrebbe essere oggetto di attento esame , perché rappresenta un
momento qualificante per la nautica da diporto ,purtroppo inserito in
una vicenda giudiziaria che non fa presagire tempi rapidi di soluzione .
Preme sottolineare che dal settore della diportistica navale è
illusorio attendersi importanti ricadute di occupazione e di sviluppo
economico, almeno per noi che viviamo così decentrati rispetto alle
classiche rotte turistiche , comunque è un servizio indispensabile da
garantire per una offerta qualificata e concorrenziale.
L'attuale porto commerciale deve essere potenziato subito , con una
adeguata viabilità di accesso , allargando la sede stradale del
lungomare Marconi nel tratto Capitaneria-Cantieri navali con
l'acquisizione delle aree attualmente occupate dalla Ferrovia,
tagliando il costone tufaceo in corrispondenza dell'ex Ospedale in
maniera da far risultare una strada a due corsie di marcia con due
marciapiedi laterali. Questa soluzione trasformerebbe il lungomare
Guglielmo Marconi in una efficiente arteria di penetrazione al Porto
mercantile ed alla Città-isola, filtrando direttamente il traffico
proveniente da via Lecce.
Lo stesso discorso dovrà farsi a scirocco , a sostegno del costruendo
porto peschereccio , partendo da piazza della Giudecca verso il
lungomare Galileo Galilei , creando un ' arteria a quattro corsie con
doppio senso di marcia , da collegare con quella esistente presso la
Villa Falcone-Borsellino.
Queste non sono idee inventate da chi scrive , sono progetti avanzati
nel passato che non hanno trovato mai attuazione per lo scarso impegno
delle Amministrazioni comunali e perché noi non abbiamo vissuto da
protagonisti le problematiche del nostro territorio . Siamo stati quasi
sempre passivi fruitori di decisioni , strategiche per la nostra Città
, prese altrove da persone che hanno disatteso le nostre reali
necessità .
Abbiamo delegato a questa o a quella Società , a questo o a quell'
Ente, il futuro della nostra Città impegnando le migliori energie in
litigi personali di basso profilo , rappresentandoci all'esterno come
una Comunità di sprovveduti e parolai.
Confrontiamoci , invece , in un pubblico dibattito,non ristretto
all'ambito del Consiglio comunale,ma allargato a tutta la Comunità
cittadina ed avanziamo proposte che dovranno trasformarsi in decisioni
degli Amministratori pubblici.
Luigi Giungato