Sento il bisogno, innanzi tutto, di esprimere le mie condoglianze alle
famiglie dei nostri soldati trucidati a Nassirija, insieme al disprezzo
per quei movimenti assassini e delinquenti che seminano il terrore,
offendendo ed infangando il nome di Dio.
Ci rimane l'orgoglio di aver voluto contribuire al risorgere del popolo
irakeno, sul piano della pace, della democrazia, del benessere
economico, insieme alla certezza che quanto accaduto non ci distoglierà
dai nostri propositi.
Sento anche il bisogno di ricordare l'amico Giorgio Barba, già
segretario comunale, con il quale molte Amministrazioni Comunali e il
Consorzio per il Porto, hanno vissuto intensi momenti di collaborazione
e di lavoro. A me, Assessore ai LL.PP. e Vicesindaco in un recente
passato, mi è stato di grande conforto e aiuto. Dotato di una spiccata
intelligenza, ha sempre reso piacevole lo stare con lui, gioviale ed
allegro com'era.
Durante la stagione estiva avevo notato come la legge fisica, secondo
cui all'aumento della temperatura è direttamente proporzionale la
quantità di moto delle particelle, fosse suscettibile di verifica anche
alla luce dell'intensità crescente della polemica politica in questa
città.
Oggi, andiamo ricomponendoci, sia pure con qualche colpo di coda, e
tutto sembra favorire un ritorno, se non al dialogo, per lo meno ad un
terreno più favorevole a ragionamenti pacati.
Vi è stato di tutto, dalle performance, a chi più ce la faceva,
nell'arte stupida e non pagante di mischiare la politica con gli affari
personali degli avversari, alle invenzioni di inesistenti questioni
morali, della serie "guardo la pagliuzza nell'occhio altrui e non la
trave nel mio", all'idiota trovata di una incompatibilità tra carica di
Consigliere Comunale, democraticamente eletto, e l'esercizio di
attività imprenditoriale, e tutto questo con comizi organizzati per
ricevere effimeri consensi da un pubblico astante sempre meno disposto
a capire le ragioni della politica.
In gran parte gli attacchi sono stati rivolti contro il Sindaco, contro
di me e in qualche modo ne ha fatto le spese anche il presidente della
locale squadra calcistica. Il ragionamento credo sia stato del tipo
"ubi maior, minor cessat", anche se certo non mi sento "maior".
Fortunatamente ne ho viste di peggio, ed ho ascoltato con tolleranza,
aiutato anche dallo sgranocchiamento di "fave e ceci", interrogandomi
sull'obbiettivo che si voleva raggiungere.
Con meraviglia, non più di tanto comunque, mi sono reso conto che non
vi era nessun vero obbiettivo credibile e raggiungibile: fare caciara e
basta!
Io amo però questa città, per cui sono il soggetto meno adatto ad
attardarmi sugli arzigogoli inutili, almeno fin che conservo il gusto
di fare politica, cosa che mi accade di fare in un partito moderato che
ripudia gli schiamazzi di piazza.
E' bello incontrarsi in piazza con i cittadini, ma è necessario avere
l'educazione di farlo per comunicare e discutere su ciò che si fa per
la comunità e sulle cause per cui si è impediti nel procedere, se lo si
è, evitando le invettive che, mi rendo conto, possono far dire a
qualcuno "quante glie ne ha dette!", ma sappiamo bene che quel tizio, a
mente calma, disapproverà il comportamento anche di chi le ha dette.
Siccome di politica voglio parlare, riprendo il discorso intrapreso nello scorso numero di "Anxanews ".
In questa seconda parte della legislatura è necessario riavvicinare l'Amministrazione comunale alla gente.
Non è la produzione su temi fondamentali dello sviluppo economico della
città che manca. Questo non mi stancherò di ripeterlo mai: in questi
giorni viviamo la contentezza della vittoria al Consiglio di Stato
sulla "madre di tutte le cause", quella che ci dà ragione sulla
correttezza dell'appalto per i servizi ecologici (nettezza urbana ed
altro).
Contenti perché usciamo da un tunnel in cui potevamo esserci cacciati,
qualora la parte avversa avesse avuto ragione; contenti per la città,
che potrà pretendere dei servizi finalmente efficienti, nella certezza
del rapporto con il Consorzio Seta.
Apprendiamo in questi giorni di passaggio della legge finanziaria dal
Senato alla Camera che siamo riusciti ad ottenere, tra le pieghe dei
finanziamenti minori, un milione e mezzo di euro per la costruzione di
un Palazzetto dello Sport, cosa meravigliosa per la città di Gallipoli,
e questo grazie all'interessamento dei nostri rappresentanti in
Parlamento.
Possiamo concludere la legislatura con grandi risultati, in più settori.
Possiamo programmare il territorio: a breve avremo il nostro PRG, che
potremo trasformare in PUG (la differenza non è sostanziale, ma
rilevante sul piano della manovrabilità giuridica).
Una cosa manca però: fare di tutto questo un qualcosa che la gente percepisca.
Si ha la sensazione di lavorare nel nulla, quasi di nascosto, di rimessa.
Manca la visibilità, il cordone ombelicale con i cittadini; diciamolo chiaramente: manca la politica!
Il Sindaco si è accorto che governare come un Commissario prefettizio,
coadiuvato dai Dirigenti (spero che questa volta mi lascino ragionare!)
non è sufficiente, è stressante, porta magari a seminare molto, ma a
raccogliere poco.
Il problema che è davanti a noi è come porre rimedio, con quali ricette
si può surrogare una politica obbiettivamente mancante.
Noi dell'UDC ci stiamo pensando, stiamo ragionando al nostro interno,
cercando il massimo dell'unità possibile su profili di intervento
condivisi. Nessuno ha la bacchetta magica è tanto meno è detentore
della verità assoluta.
Ma chiederemo agli alleati una verifica su alcuni punti per noi
importanti, cosa fare del PRG, come fare un chiaro sistema di
portualità turistica e peschereccia, come intervenire su importanti
parti del territorio trascurate per due anni e mezzo, come la zona del
PEEP 3, con i giardini pubblici, gli impianti sportivi, le abitazioni
ancora da realizzare, che fare di alcuni progetti di finanza che non
hanno gran senso e che spero non vengano riproposti nel futuro piano
triennale delle opere pubbliche, come dare un assetto efficiente al
Consorzio Seta, come risolvere il Piano del traffico utilizzando metodi
pratici e meno velleitari, come aggiornare la regolamentazione
edilizia, commerciale, funeraria, come curare il verde pubblico, le
strade dissestate, come far sì insomma che un cittadino, uscendo da
casa e trovando qualcosa che non va, sappia che c'è un Assessore che se
ne occupa e a cui rivolgersi.
Chiederemo anche agli alleati se non sia il caso di operare un rimpasto
della Giunta, per ridare fiato ed entusiasmo alla compagine
amministrativa.
Dico questo, consapevole che non intendo dar colpe a nessuno, partendo dal presupposto che anch'io sono nella barca.
Forse è mancata l'esperienza, forse questa non è stata supplita a
sufficienza dalla freschezza giovanile, forse tutto questo è vero.
Certo non possiamo non assumerci le responsabilità di una ricucitura
con parte del nostro stesso elettorato, non possiamo ignorare il
fastidio del nostro elettore che si è sentito usato e non coinvolto.
Noi dell'UDC soffriamo questa situazione e porremo agli alleati il
problema, nella sicurezza che verrà colta l' occasione per dare vigore
a tutta la compagine.
Noi speriamo che questo avvenga prima delle elezioni provinciali, ma se
questo arrecherà eccessivi scossoni, si attenda anche il loro esito.
L'importante è aprire una stagione dei congressi, che possono essere
soltanto tematici, organizzati come vere e proprie Assemblee in cui si
possa dibattere sui vari temi. Ovviamente, si facciano nell'interno di
ogni partito della coalizione, ma meglio sarebbe se fossero aperti a
tutti gli elettori della Casa delle libertà, in modo che vi sia un
confronto aperto.
Ho lanciato un sasso nello stagno, spero che qualcuno lo raccolga.
Infine mi corre l'obbligo di avvertire il lettore che a seguito di
ricorso cautelare ex art. 700 c.p.c. del 22 aprile 2003 presentato
dall'U.D.C., il Tribunale di Roma 3° Sezione Civile ha emesso ordinanza
con la quale ordinava "alla Democrazia Cristiana, in persona del suo
legale rappresentante, con sede in Roma Piazza del Gesù 46 di cessare
imediatamente su base nazionale ed in ogni articolazione locale
qualsiasi uso del simbolo dello Scudo Crociato con la scritta Libertas
sulla banda orizzontale da solo o abbinato ad altre immagini". La
predetta ordinanza, a seguito di reclamo presentato dai sigg. Angelo
Sandri e altri, è stata confermata con decisione collegiale del
09.07.2003, depositata in data 11 luglio 2003 dalla Sezione III Civile
dello stesso Tribunale di Roma. Pertanto, il Segretario Provinciale
dell'U.D.C., Dott. Luigi Caroppo, ha diffidato i signori che in questi
giorni hanno fatto uso del simbolo dello "Scudo Crociato", nel nome di
una sedicente Democrazia Cristiana, di farne ulteriore uso, salvo
richiesta dei danni.
A tali signori vorrei dire che la D.C. era ben lontana da immaginare di
utilizzare simili squallidi trucchetti, che altro non fanno che
infangarne il nome!
Ai cittadini di Gallipoli raccomando di non farsi imbrogliare, solo
l'U.D.C., rappresentato da Follini, Buttiglione e D' Antoni, possono
utilizzare lo "Scudo Crociato". Quei signori, dal comportamento
ambiguo, cerchino altri mezzi per trovarsi un posto per le elezioni
provinciali.
Giovanni De Marini
(Consigliere Comunale U.D.C)