L'angolo del vernacolo

Addu zzumpa la crapa,zzumpa lucrapettu.
Spesso il comportamento dei genitori viene imitato,nel bene o nel male,dai figli.

Centu fij nu ccampene nu sire,ma nu sire campa centu fij.
Amara constatazione che,molto spesso,trova riscontri nella realtà,allorché le cure affettuose che i genitori rivolgono ai figli non sono adeguatamente ricambiate.

Ci ole ffazza na bbona nnata,Natale ssuttu e Pasca vagnata.
In generale le condizioni climatiche a Natale e a Paqua dovrebbero influire positivamente o negativamente sull'intero anno.

Te Pasca e de Natale se mbutene le furnare,te Pasca Befana se mbuta la Signoria.
Per distinguersi dalla "gente comune" che indossa(va) l'abito della festa a Pasqua e a Natale, i Signori usa(va)no indossarlo nella ricorrenza dell'Epifania.

Te Pasca Befagna se mangia la sagna,ci nu mangia la sagna tuttu l'annu se lagna.
Per trascorrere un anno sereno è tradizione mangiare la lasagna nella festività dell'Epifania.

A mberbu = a caso
All'antrasatta = all'improvviso
Chiou = chiodo
Ciarasa = ciliegia
Craone = carbone
Crappa = grappolo
Cumentu = convento
Cometa = aquilone
Cupeta = croccante
Ddalluju = sconquasso
Farraru = fabbro
Ferraria = bottega del fabbro


N.B. Questa rubrica è rivolta particolarmente alle nuove generazioni ed ha lo scopo di mantenere sempre vivo ed attuale l'interesse per il nostro dialetto.

Anselmo De Vittorio