Dunque, dove eravamo rimasti? Ah, ecco?
Sembra ieri, ma son già cinque mesi che il C.C. di Gallipoli ha
deliberato in favore di una proposta di perimetrazione e della Bozza di
Documento di indirizzo per l'Area Protetta "Isola di S. Andrea -
Litorale di Punta Pizzo" elaborata alla Regione Puglia, da portare
nella preconferenza prevista dall'iter istitutivo come da LR 19/97.
Regione Puglia che nel frattempo ha avuto ed ha un bel da fare a
seguire gli iter di decine di A.P. in tutto in territorio, tra cui
alcuni assai impegnativi e "laboriosi" come quello dell' "Area delle
Gravine" del Tarantino.
Non sono stati però mesi privi di fatti nuovi: primo fra tutti il
blocco del processo di vendita dell'Isola, talmente giusto e logico che
suona fuori luogo qualsiasi tentativo di attribuirsene il merito "di
parte": è il successo di una collettività cui la politica ha solo dato
voce, come suo dovere essenziale.
Vi è poi il ricorso al TAR avverso la famigerata delibera n. 46 del 13
agosto scorso, presentato dalla Torre Pizzo Srl rappresentata dalla
sig.ra Maria Concetta Patti - leggi Valtur - e patrocinato dall'Avv.
Giovanni Pellegrino e dal Prof. Avv. Giovanni Pitruzzella da Palermo.
E' un fatto importante non tanto per i potenziali effetti sul piano
procedurale - ragionevolmente nulli - quanto significativo nel
delineare scenari presenti e futuri ed anche ad illuminare aspetti
ignoti ai più relativi al recente passato.
Basta soffermarsi sulle motivazioni dell'atto per comprendere lo
spirito, le aspettative ed anche le contiguità con cui muovono queste
grosse lobbies speculative. Argomentazioni che in buona sostanza
sostengono la illegittimità da parte del Consiglio Comunale di
esprimersi su questo argomento o comunque l'irritualità e quindi
l'ininfluenza dell'atto deliberativo, e per contro il valore di
perimetrazione ufficiale dello studio di area prodotto a suo tempo
dalla Provincia di Lecce.
Riguardo al primo argomento è evidente a tutti, ma non ai nostri, che
quella delibera è un atto discrezionale e politico prima che tecnico
per impegnarsi ed impegnare l'amministrazione regionale a concretizzare
il Parco, a dargli misura quantitativa e qualitativa cacciandolo al
contempo da quella palude indefinita che, superato lo stop netto e
ufficiale imposto dalla passata amministrazione comunale, ne trascinava
l'iter da almeno due anni attraverso una serie di incontri
inconcludenti proprio perché privi di una base di partenza condivisa o
costruttivamente discutibile. Un atto discrezionale quindi, non dovuto,
ma proprio per questo indice di una reale volontà di giungere
rapidamente all'istituzione del Parco, e pienamente legittimo e
legittimante l'intera procedura nel momento in cui dà voce alla
rappresentanza della collettività locale nella sua espressione più alta
e ufficiale. E tanto condivisibile da fare scuola in altri Comuni in
situazioni del tutto analoghe come Porto Cesareo, che il 23 dicembre
votava una delibera in tutto simile alla nostra per la sua Area
Protetta "Palude del Conte - Dune di Porto Cesareo", altro tassello di
quella rete territoriale della qualità ambientale per la quale
lavoriamo duramente da anni.
E' certo paradossale che si contesti la efficacia di un deliberato che
tutela il territorio da parte dell'organo democraticamente eletto, ma
poi si ritenga perfettamente legittimo un PRGC adottato - tirato
provvidenzialmente per i capelli da un Commissario Straordinario che a
molti è sembrato mandato lì ad hoc - unico atto amministrativo che
ipotizzi la legittimità di quei progetti speculativi, ovviamente
incompatibile con questa e con qualsiasi ragionevole perimetrazione di
Parco.
Ecco svelato l'arcano! Invalidare atti reali, efficaci e condivisi per
tentare in extremis di rendere efficace la pianificazione "di carta"
pensata in casa propria per legalizzare i propri affari futuri.
Purtroppo non è un interesse isolato ma un disegno "di scala" ben
preordinato, visti gli ulteriori ricorsi alla delibera giunti di lì a
poco da parte altri portatori di interessi immobiliari nell'area.
E Gallipoli? Stia a guardare e non osi esprimersi!!!
Ma è il secondo argomento, che fa riflettere maggiormente
Nulla questio sul fatto che gli studi redatti dalla Provincia di Lecce
su incarico e finanziamento della Regione Puglia siano già nel mandato
degli strumenti conoscitivi, una sorta di istruttoria su ogni singola
area protetta per fornire dati ulteriori ed oggettivi oltre quelli
bibliografici non solo sulle emergenze naturalistiche, ma anche sulla
compatibilità urbanistica e socio economica di queste aree.
Prova ne sia che la nostra ha limiti fisici di indagine che da Montagna
Spaccata, in comune di Galatone, segue il corso di Canale Samari nei
comuni di Alezio e Matino, giungendo fino alla Serra di Castelforte,
feudo di Taviano.
In maniera tecnicamente e culturalmente ineccepibile, essendo questo un
parco che si innerva e si correla con un ampio territorio contermine,
un parco comprensoriale certamente, ma senza alcuna pretesa di
tracciare dei confini fisici, compito che per legge compete
esclusivamente alla Regione e che, stando all'enunciato della LR 19, va
reperito solo ed esclusivamente nell'ambito del nostro comune, e quindi
incompatibile con la supposta "perimetrazione".
Ricapitolando, a Valtur va bene la "perimetrazione" della Provincia e
non va affatto bene quella votata dal C.C.: è la prova provata che
quest'ultima, per quanto perfettibile, è efficace nel tutelare l'area
di Punta Pizzo dalla speculazione, cosa che non si può dire della
prima, che d'altronde non ne ha mai avuto il compito.
Lo abbiamo sempre pensato, noi.
E ora?
Il fattore tempo è ora più che mai essenziale. Ogni giorno piccoli e
grandi atti di sabotaggio si realizzano ai danni del Parco: una nuova
aratura nel cuore dell'area è stata denunciata da Legambiente proprio
mentre le nostre indagini ne rilevano valenze finora insospettate e
l'Unione Europea, dietro nostra richiesta, interviene prontamente a
bloccare attività incompatibile con la tutela ambientale.
Il vuoto normativo e di strumenti e personale per il controllo del
territorio è ormai intollerabile. La palla è ormai allo Regione, da cui
ci aspettiamo la convocazione della preconferenza e la chiusura della
procedura nelle prossime settimane. Ulteriori ritardi sarebbero
colpevoli ed ingiustificabili.
E' l'ora della verità. E della concretezza.
Maurizio Manna
(Coordinatore Provinciale Legambiente Lecce)