Gallipoli frivola e santa,
Gallipoli gaia ed austera,
apparvero vele grifagne
nell'umida garrula sera:
le donne proruppero in gridi,
assorte in pensieri di morte
e l'onda si fece di pietra,
Marcello ti era alle porte.
Due giorni gli schianti, gli scoppi!
Le urla di madri e di spose
Giammai diventarono pianti
E piansero solo le cose.
Marcello si stava severo,
titano sull'avida prua
mirava te piccola patria
grandissima come la sua.
Stridevano strette le mura
il mare si fece vermiglio
un dardo scaglio' dai bastioni
un umile ignoto tuo figlio.
Si tacque Marcello - un sussulto
l'azzurro si tinse di nero:
Gallipoli ardivi a Venezia
Sottrarre il cuore piu' fiero.
Cadesti Citta' salentina
che il Sole consegni all'Aurora!
Salia dal tuo mar verso il cielo
un pianto crescente che ancora
che ancora questa Terra t'invidia:
cedesti a Venezia rapace
ma vivi per sempre nel nome
che onora quest'ora di pace.
Gino Pisaṇ