Il Centro Studi Cetacei: una istituzione a tutela dell'ambiente

Si potrebbe inquadrare come un’avventura dei tempi moderni, ne ha tutte le prerogative e le caratteristiche: attori e comparse, ambiente naturale, spettatori, tempi e modalità di attuazione, coinvolgimento di persone, emozioni, suspance, riconoscimenti e invidie.
E questa sorta di avventura ha dato dei risultati fecondi grazie al contributo di tanti studiosi e collaboratori che hanno agito sotto l’impulso di valori ideali. A Gallipoli nel 1996 fu istituita, su esplicita richiesta del Centro Studi Cetacei, una sezione regionale del CSC con delibera di giunta n. 812 del 29.11.1996. La sede istituzionale fu individuata nel Museo Civico come stimolo per una ripresa dell’attività culturale di questa Istituzione che proprio l’anno precedente era stata teatro di un importante avvenimento scientifico.
Infatti nel Marzo del 1995, nell’ambito del Convegno organizzato dal Comune, “il Museo Civico di Gallipoli: un museo per il territorio” sotto la guida del Prof. Luigi Cagnolaro, con il coinvolgimento di studenti, dell’Associazione Salento Ambiente, di studiosi e amministratori fu risistemato lo scheletro di Balenoptera physalus conservato nel Museo da oltre un secolo.
Quello si può considerare forse il primo riconoscimento ufficiale dell’attività che già da alcuni anni si svolgeva a Gallipoli e che maggiormente si sarebbe sviluppata negli anni successivi come è testimoniato sia dai risultati ottenuti nel campo della ricerca scientifica con gli interventi e le ispezioni effettuate su animali spiaggiato sia dalle collaborazioni attivate con Enti ed Istituzioni.
Dal 1996 ad oggi sono state effettuate 51 ricognizioni su cetacei e, dal 1998, 220 su tartarughe marine. Questi interventi hanno permesso tra l’altro di arricchire la collezione cetologica del Museo Civico di Gallipoli con l’acquisizione degli scheletri completi di un tursiope, di due stenelle e soprattutto di due Zifio, di rilevante importanza scientifica, presente in pochissimi musei. E inoltre l’acquisizione di tre Tartarughe marine della specie Caretta caretta. Questi sono reperti di notevole interesse scientifico e rappresentano un forte incentivo per la valorizzazione del Museo medesimo sia attraverso una rinnovata e più viva consapevolezza delle sue funzioni e compiti istituzionali sia per una positiva ricaduta di pubblica notorietà e rilevanza.
Si spera che quanto prima possano trovare, insieme agli altri già presenti e oggetto di studio da parte degli esperti del CSC, una giusta e degna collocazione nello spazio ostensivo delle sale del Museo Civico rappresentando i cetacei un eccezionale documento dell’evoluzione biologica, degli adattamenti morfologici e fisiologici e dei problemi della conservazione delle risorse marine.
Gli interventi effettuati sulle tartarughe marine hanno permesso di aprire un capitolo importante nella collaborazione con Enti di Ricerca nazionali. Va ricordata, per esempio, la stretta collaborazione con la Stazione Zoologica “A. Dhorn” di Napoli, sede del coordinamento nazionale del Progetto Tartarughe del CSC, all’avanguardia in campo europeo per lo studio e la salvaguardia di questi rettili.
E questa collaborazione assume un significato ancora più evidente se si considera che proprio la Stazione Zoologica è stata investita, nella persona della Dott.ssa Flegra Bentivegna, curatrice dell’Acquario, da parte dell’UNEP (United Nation Environment Programme), del MAP ( Mediterranean Action Plan) e del RAC/SPA ( Regional Activity Centr for Specially Protected Areas) dell’importante compito di elaborare le linee guida per la realizzazione e gestione dei Centri di Recupero e dei Centri di primo soccorso per le tartarughe marine. 

Su iniziativa del CSC nella nostra città in questi anni sono state organizzate giornate di studio e convegni con l’insostituibile e continua collaborazione della Capitaneria di Porto, del Comune e di Associazioni come Salento Ambiente, la Fidapa, i Lyons e la Lega Navale e che ha visto più volte coinvolti il Dott. M. Borri, coordinatore Nazionale del CSC, il Dott. L. Cagnolaro, già Direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Milano e la Dott.ssa F. Bentivegna che personalmente ha accompagnato in più occasioni le Tartarughe, curate e riabilitate presso l’Acquario di Napoli, per la liberazione nel nostro mare.
Queste ultime sono state occasioni non solo di grande coinvolgimento emotivo per vedere ritornare nel loro ambiente naturale questi forti animali del mare, ma anche di partecipazione di centinaia di ragazzi, alunni e studenti delle scuole di Gallipoli e dei paesi vicini, dei loro insegnanti e genitori. In queste manifestazioni pubbliche il CSC e le Istituzioni coinvolte hanno avuto il merito di aver dato un concreto esempio di collaborazione, lontana da fatue e inconsistenti mire propagandistiche come spesso siamo abituati ad assistere a Gallipoli, ma tesa ad una crescita sociale, civile e sinceramente rispettosa della Natura e dei suoi abitanti.
Ma anche vanno doverosamente ricordati, sopratutto per dare merito alle persone e alle Istituzioni coinvolte, tutti gli interventi di salvataggio effettuati su rettili, cetacei e squali elefanti lontano dal clamore. In queste occasioni la presenza e la collaborazione della Capitaneria di Porto, sancita di un protocollo d’intesa, anche a livello locale, è stato determinante e di insostituibile valore mediante la specifica professionalità del personale miltare addetto.
Come pure non vanno dimenticati quegli eventi che hanno avuto una vasta eco pubblica come il salvataggio, nel 1996, del piccolo Orso, il grampo che seguì la madre, afflitta da broncopolmonite, arenata esanime sulla spiaggia della Purità, o quello che vide protagonista, nel febbario 2001, il grosso squalo elefante incappato nelle reti di alcuni pescatori e anche questo salvato ancora grazie alla collaborazione continua della Guardia Costiera. Successivamente a questo ci sarebbero stati altri sette interventi alcuni dei quali finalizzati alla loro liberazione. La comunità scientifica nazionale ebbe parole di plauso per come furono condotte le operazioni di salvataggio.
Senza falsa modestia si può guardare con soddisfazione il cammino percorso in questi anni che ci ha visti impegnati nel Centro Studi Cetacei e in altre realtà e campi di ricerca, traendone insegnamento per meglio proseguire. L’attività portata avanti da oltre vent’anni a Gallipoli, motivata solo da un disinteressato e vivo impegno e con lo scopo di promuovere una stimolante impresa per la conoscenza e la tutela della Natura, ha permesso di aprire un capitolo nuovo ponendo le basi per un significativo sviluppo culturale che pone la nostra città in primo piano nel campo della ricerca scientifica e della salvaguardia ambientale.

Giorgio Cataldini
Centro Studi Cetacei
Puglia Meridionale