Augusto Benemeglio, Il mare deve vivere, I poeti de “L’uomo e il mare”, Gallipoli, 2004, pp. 206
Presentazione dell’autore.
La copertina ci propone un’altra tappa dell’instancabile attività
pittorica di Mimmo Anteri, che intende liricamente elevare un canto
d’amore all’estasi dei gabbiani in volo, quasi inno alla libertà,
all’azzurro del cielo e del mare.
L’opera letteraria, dedicata alla memoria della cara, indimenticabile
Gianna Schipa, la sfortunata consorte del nostro artista, solare
innamorata dell’arte e della vita, è un’antologia artistico-letteraria
con appendice filatelica, comunque inerente alle finalità della
trattazione.
Il tema, unico e costante, ha un filo conduttore che si snoda e si approfondisce in ogni pagina: “il mare e la poesia”.
Il testo compendia in sintesi una raccolta, anzi una rassegna di poesie
e immagini di vari autori, ossia trenta poeti (in gran parte salentini)
presenti nei concorsi letterari de “L’uomo e il Mare”, con prodotti
letterari integralmente e puntualmente editi dall’omonima Associazione.
Vi sono celebrati uomini comuni ed eroi, ma pure miti e canti tra
emozioni, tradizioni, nostalgie di un passato che soltanto il verso può
risuscitare dall’oblio delle distrazioni presenti.
Maurizio Nocera, Crepuscolo nel mare di Gallipoli, I poeti de “L’uomo e il mare”, Gallipoli, 2004, pp. 56
Prefazione dell’autore.
In prima di copertina: Mare di Gallipoli con gabbiani, acrilico del nostro artista Mimmo Anteri.
È un poemetto nato da un antico debito del poeta per la città ionica.
Si racconta la storia di Gallipoli rivisitando le varie tappe che vanno
da Anxa sino all’età contemporanea, attraverso luoghi, monumenti,
episodi, miti, riti, tradizioni.
Ma
per far questo l’autore ha dovuto immergersi nella realtà per capire il
mare, la sua musica, la sua voce che viene dalla storia lontana, i suoi
tormenti, le sue malie che corredano l’isola ricca delle sue cento
bellezze di natura e di arte. Dai versi emergono le straordinarie
emozioni che il mare di Gallipoli ha suscitato nella fantasia del
nostro poeta sin dall’infanzia, come pure è accaduto ad Omero,
Virgilio, Hemingway, cantori dell’uomo e del mare.
Fa da coronamento al testo un omaggio dell’autore al poeta gallipolino
Ernesto Barba ed inoltre una dedica a Massimo Troisi, cui appartiene il
“Canto per Pablo Neruda”, il grande poeta cileno celebrato nel noto
film “Il postino”.
Rubrica a cura di Gino Schirosi