Quindi ci sentiamo obbligati a fare manifesti osannanti ai
rappresentanti politici eletti a Bruxelles, Roma, Bari, Lecce e
Gallipoli, con il retropensiero che dopo tale gentilezza non potranno
negarci il favore (non il diritto), di occuparsi di un problema che
coinvolge magari l’intera città o sue componenti importanti, come se
non fosse loro dovere istituzionale svolgere tale compito, per il quale
sono stati eletti e lautamente pagati con denaro dei contribuenti.
Quando poi il miracolo si realizza, peana di ringraziamento per l’uomo
politico che con squisita sensibilità, indefesso lavoro e spirito di
sacrificio, ha fatto ottenere il tal finanziamento, che contribuirà al
decollo economico, sociale, culturale, turistico …….. (scusate ma la
mia fantasia si ferma qui) della città o della provincia.
C’è da dire che anche noi cittadini siamo responsabili di questa
situazione; ci arrendiamo troppo presto, non lottiamo a sufficienza, ci
rifuggiamo nello scetticismo comodo (tanto le cose non cambieranno
mai), non ci organizziamo in comitati, associazioni per spezzare questo
strapotere, siamo diventati cinici, furbi, egoisti, in pratica siamo
addormentati interiormente.
Durante le varie tornate elettorali, la stragrande maggioranza dei
candidati, occupa il 90% del suo discorso a demolire gli avversari,
brutti, sporchi e cattivi e solo nel restante 10% di tempo a sua
disposizione, formula delle promesse generiche, senza peraltro fondarle
su nessuno studio o progetto.Di regola questi buoni propositi hanno
parole magiche: sviluppo, occupazione, interventi mirati per
l’agricoltura, la pesca, il turismo, il tessile, il calzaturiero, la
sanità, le infrastrutture, i servizi, l’ambiente e chi piu’ ne ha piu’
ne metta.
Durante la nostra vita lavorativa, ciascuno di noi ha dovuto elaborare,
da solo o in collaborazione con altri, progetti specifici ( piccoli o
grandi che fossero) che poi dovevano essere realizzati concretamente.
Cio’ ha presupposto studio di fattibilità, analisi della situazione
reale e del territorio, esame dei mezzi finanziari disponibili,
quantificazione dei tempi e delle procedure, conseguenze ambientali,
ritorno in termini economici ed occupazionali ed in definitiva rapporto
costi/benefici.
Perché quello che è richiesto ai comuni cittadini/lavoratori non
dev’essere preteso dai politici o aspiranti tali?
Quindi è ora di finirla con i comizi calati dall’alto, senza
contraddittorio con la gente, miranti a colpire lo stomaco e le
emozioni e non il cervello e la ragione.
Vogliamo ed abbiamo bisogno di candidati che indichino tre o quattro
cose che ritengono di poter realizzare, accompagnate da relazioni in
cui specifichino chiaramente, il modo con cui le faranno, i problemi
che risolveranno, i mezzi finanziari disponibili (reali e non virtuali)
ed i tempi effettivi di realizzazione.
Altrimenti saremo sempre in difetto di democrazia ed in emergenza
continua ed i ritardi rispetto all’Europa ed al resto dei paesi
industrializzati non saranno piu’ recuperabili.
Abbiamo infatti leggi inadeguate e contorte che rallentano la velocità
decisionale, tribunali che privilegiano gli aspetti formali a quelli
sostanziali e sono in cronico ritardo nell’emanare le sentenze, con
danni incalcolabili per i cittadini, specie quelli onesti che non
riescono ad ottenere giustizia in tempi decenti.
Cio’ ha come conseguenza di spostare l’equilibrio della giustizia
sempre piu’ verso il penale, facendo diventare tale ogni minimo
comportamento umano (anche costruire un pollaio), in modo che siamo
quasi tutti dei potenziali delinquenti, anche se la legge non ci ha
ancora raggiunti.
Questa situazione è tipica di un paese che non controlla piu’ la
situazione e per questo non gli resta altro che alzare la voce e
minacciare pene severissime, invece di tentare di recuperare il
rapporto fiduciario con il cittadino.
Ed ancora emergenze per i rifiuti, per le inondazioni (per forza con le
nostre città prive di canalizzazioni di deflusso delle acque chiare),
tempi ottocenteschi per arrivare in treno a Lecce.
A queste esigenze primordiali si risponde semplicemente spostando il
problema da un’altra parte; cito a titolo d’esempio la richiesta di
aprire l’aeroporto di Galatina ai voli charter’s.
Ma come si muoveranno poi quei turisti arrivati cosi’ numerosi in Salento; forse con le Sud-Est o con Salento in bus?.
Perché non si pensa invece di ristrutturare la ferrovia per permettere
non solo al turista ma anche a noi comuni cittadini di questa sperduta
terra di arrivare dall’aeroporto di Brindisi a Gallipoli, Otranto,
Leuca, Nardo’…….in meno di un’ora, creando nel pianeggiante Salento un
sistema efficiente di trasporti ferroviari che contribuirebbe a
risolvere anche il problema dell’intasamento delle città e dei paesi
(evitando cosi’ altri investimenti per costruire nuovi posteggi e
circonvallazioni che dopo pochi anni diventano strade cittadine e
devono essere rifatte piu’ avanti), rilancerebbe l’economia perché ci
avvicinerebbe ai mercati, creando i presupposti per nuovi insediamenti
industriali, commerciali, turistici.
Un sistema democratico si preoccuperebbe di consultare le popolazioni
su queste fondamentali problematiche, che ci concernono tutti.
La democrazia è un bene prezioso ma dobbiamo lottare costantemente per mantenerla e consolidarla.
La democrazia si manifesta nel quotidiano, con il rispetto dell’altro e
delle cose che non ci appartengono, l’ordine, la pulizia, il governo
della città, una giustizia semplice, rapida ed economica, la protezione
del cittadino dai piu’ forti e dai piu’ furbi, la trasparenza degli
atti dei poteri pubblici e l’elenco non termina certo qui.
Per sapere il grado di democrazia del nostro paese, basta rispondere a
questa domanda: quando ho dei problemi o sono in difficoltà, ho fiducia
o mi sento garantito dalle istituzioni?
Ciascuno si dia la risposta da solo.
Cominciamo quindi a chiedere senza paura, le piccole cose che ci
avvicinano alla democrazia: ad es. la lista dei candidati ad una carica
politica deve essere scelta dai cittadini attraverso elezioni primarie
e designazioni dei consigli di quartiere o altri sistemi idonei e non
dalle segreterie dei partiti.
La finiremmo cosi’ con le telenovelas del toto canditato, che non
appassionano piu’ nessuno ma purtroppo ci tormentano per mesi dalle
pagine di tutti i giornali e dagli schermi televisivi, ma soprattutto
passano sopra le nostre teste.