Se pensiamo al Porto di Gallipoli, che è un porto commerciale del
Salento che non viene messo in prima posizione negli interventi di
miglioramento strutturale dell’area salentina, ci rendiamo conto del
corto respiro dei nostri discorsi di sviluppo e di progresso.
Ora che dopo 24 anni, il 7 settembre scorso, è stato approvato dalla
Regione Puglia il Piano di Sviluppo Regionale ( P.S.R.) ci dovremmo
attendere un discorso più qualificato nell’ambito d’intervento della
rete infrastrutturale , per potenziare il grosso insediamento urbano
della costa salentina.
Le risorse della nostra zona sono :
1) una realtà portuale, che anche nelle attuali situazioni di
inefficienza realizza consistenti movimenti di scambio di merci;
2)
un ampio territorio idoneo ad indirizzare verso una economia aperta,
con conseguente ridefinizione socio-economica e riposizionamento
competitivo;
3) la specifica bellezza ambientale e la invidiabile
posizione geografica, tutti elementi essenziali per qualificare un
incisivo e definitivo intervento di sviluppo.
Le beghe politiche e gli insulsi interessi di parte distolgono da un
discorso serio e impediscono di individuare le priorità di azione sul
territorio per cui si sperpera il denaro pubblico in soluzioni parziali
ed inefficaci e sono quasi inesistenti le realizzazioni di progetti di
sviluppo.
E’ necessario pensare ad una nuova configurazione dell’economia
salentina incentivando la vocazione turistica e commerciale, con una
conseguente politica gestionale del territorio che valorizzi le
attrezzature esistenti.
Il porto di Gallipoli, per esempio, non è stato messo nella condizione
di produrre tutte le potenzialità che possiede. E’ un triste destino
che attanaglia la Città di Gallipoli sin dai secoli passati, quando il
Porto, importante emporio del Mediterraneo interessato da grossi
movimenti di merci, non disponeva di banchine tanto che si contarono a
centinaia i disastri causati dalla mancanza di aree idonee per le
operazioni di carico e scarico.
Anche ora non esiste una adeguata via di accesso per chi proviene dalla
strada provinciale di Lecce e deve operare nel porto: una stretta
strada a doppio senso di marcia costringe a difficili manovre ed a
gravi rischi i mezzi di trasporto. Adeguatamente attrezzato ed
ammodernato, invece, potrà essere volano di sviluppo, in particolare
per le linee di navigazione che operano nel settore crocieristico.
La sua posizione strategica consentirà di svolgere un ruolo trainante
nel settore turistico che vive una dinamica economica molto debole,
apportando nuovi e grossi vantaggi con l’aumento dei servizi e
l’incremento dell’ offerta e coinvolgendo tutto il territorio della
penisola salentina.
Il miglioramento funzionale della struttura portuale potrebbe
significare apertura verso settori nuovi del mercato ed assunzione di
ruolo concorrenziale rispetto alle altre realtà esistenti nel bacino
del Mediterraneo.
Il “Progetto Integrato Settoriale“, relativo al Turismo, Cultura ed
Ambiente nel Sud Salento, avviato recentemente a Gallipoli da parte
della Giunta Regionale, deve essere pure un’occasione opportuna da
utilizzare. Lo spirito del progetto è quello del recupero, valorizzazione e
gestione dei beni storico-culturali e del potenziamento della
ricettività turistica per il miglioramento del contesto socio-economico
e dei sistemi turistici locali.
La strategia di intervento favorisce la partecipazione delle
istituzioni e delle forze sociali ed imprenditoriali da coinvolgere in
interazioni tra pubblico e privato per realizzare alti livelli di
diversificazione e specializzazione.
In tal modo si valorizzerà il patrimonio storico, le infrastrutture per
il recupero del Beni culturali e si offrirà un turismo plurale e
destagionalizzato dando la giusta potenzialità alla specificità del
Salento.
Come si muoverà il territorio di Gallipoli nella fase di presentazione
dei progetti e dei piani di recupero da parte degli Enti locali?
Il Polo territoriale di riferimento privilegia la zona di Gallipoli - Maglie - Otranto.
Si coinvolgeranno in incontri e dibattiti pubblici le Istituzioni e la
Società civile con le Associazioni culturali e di categoria? Nel
passato non si è data la giusta rilevanza ai contributi culturali della
società civile e le Amministrazioni hanno operato in maniera autonoma
ed autoreferenziale senza tendere verso iniziative strutturali.
L’impiego del denaro pubblico deve avere una ricaduta diversa e più
qualificata se si vuole invertire la tendenza al sottosviluppo.
Lo spettacolo paesaggistico del Borgo antico di Gallipoli, con il
famoso Castello ed il Rivellino , non deve essere equiparato ad un
rudere fatiscente ed inospitale.
Il degrado e abbandono che si offre al visitatore ed al turista , che
con grande sacrificio e coraggio viene tra noi , deve essere cancellato
con iniziative di risanamento ambientale e culturale , per far rivivere
le magnifiche pagine storiche che hanno attraversato i secoli ed hanno
reso famoso il nostro territorio.
Nel Piano di Sviluppo Regionale si parla di rispettare le vocazioni
territoriali con l’obiettivo di realizzare un adeguato sviluppo
economico, sociale e territoriale per tendere ad un riequilibrio
territoriale e colmare gli squilibri esistenti rispetto alle principali
regioni europee.
Se queste sono le volontà anche la pigra e distratta realtà
amministrativa salentina dovrà intervenire subito, promuovendo quegli
interventi idonei a favorire una crescita integrata con il territorio e
la nascita e lo sviluppo di nuove attività ad elevata innovazione ,
capaci di allargare i mercati e creare sviluppo e competitività.
E’ urgente creare i collegamenti necessari con le aree interne del
Salento che ancora permangono nelle difficoltà di raccordo.
Quante sono , per esempio , le imprese industriali salentine che non
usufruiscono dell’emporio gallipolino per gli alti costi gestionali o
per le difficoltà da affrontare?
La riorganizzazione funzionale del territorio è la premessa per la
riqualificazione del Salento , e deve essere un obiettivo strategico
del Piano di Sviluppo Regionale.
Il territorio di Gallipoli potrebbe divenire il caposaldo
dell’auspicato sviluppo economico, promuovendo l’innovazione
tecnologica e le politiche di settore per conquistare quote crescenti
di mercato.
In questa prospettiva dovrà inserirsi anche il “Piano territoriale di
coordinamento della Provincia di Lecce“ per la riqualificazione fisica
e funzionale dei centri storici e dei centri antichi, non solo del
Centro-storico gallipolino ma anche dei centri minori vicini per
amplificare e qualificare l’offerta di beni e servizi del nostro
territorio ad alta vocazione turistica.
Ed ecco, allora, l’urgenza di utilizzare il Castello angioino,
annoverandolo tra i beni comunali, per completare un quadro di grande
richiamo e di crescita culturale. Abbiamo noi la capacità di
superamento dell’individualismo politico esasperato per avviare un
lungo e difficile lavoro di coesione d’intenti per raggiungere i
traguardi di studio ed operosità indispensabili affrontando tutti i
sacrifici e gli impegni richiesti da tali iniziative?
L’esperienza e la quotidianità mi inducono al pessimismo, ma vorrei essere smentito dai fatti.