“Lei è ignorante? Bravo, bravo. Tutti così dovrebbero essere.
E se ha figli, non li mandi a scuola, per carità,
li faccia sguazzare nell’ignoranza”
Totò
E’
stata assegnata la Laurea “honoris causa” in Filosofia da parte di una
delle università più prestigiose del mondo, il MIT, (Massachussets
Institute of Technology), ad uno studioso americano di origine
gallipolitana, autore di un libro dal titolo “Ignorantism. A
anti-baconian theory for a good life. “
Lo studioso, Winnins Cruelbeerd, vincitore anche del premio Totò,
considerato l’antesignano della nuova corrente di pensiero, ha
elaborato una nuova teoria filosofica, nota tra gli accademici come
“Ignorantismo”, che ha sconvolto completamente tutte le teorie
filosofiche attualmente più diffuse e che sta avendo una enorme
influenza in tutti i campi del pensiero umano, dalla Scienza alla
Religione.
Essa si basa su un ribaltamento completo della teoria di Francesco
Bacone esposta nell’opera “De dignitate et augmentis scientiarum” e
sintetizzata nella famosa espressione “Scientia et potentia humana in
idem coincidunt” (nota come Scienza è potere), sostituita dalla più
attuale “Ignorantia rerum, inscitia et potentia humana in idem
coincidunt”. Il Rettore della prestigiosa università, Stately
Goodmeyer, durante la cerimonia dell’assegnazione del titolo, non ha
esitato a parlare di una vera e propria rivoluzione, paragonabile per
impatto alla teoria dell’evoluzione di Darwin o a quella della
Relatività di Einstein, e che costringerà a rivedere una serie di
convinzioni consolidate da secoli.
Secondo tale teoria, tutti i mali dell’umanità sono da attribuire
proprio alla cultura ed e’ proprio la profonda conoscenza dei problemi
che ostacola la loro risoluzione. Solo l’ignoranza completa e la
mancanza di una pur minima nozione dell’argomento di cui si sta
parlando permette di affrontare correttamente ogni singolo problema. La
complessità della Natura e del Mondo è un’illusione e non è vera
qualsiasi teoria di causa-effetto. Logica conseguenza è il recupero del
pressappochismo e della superficialità, le sole qualità capaci di
interpretare la realtà; l’assoluto rifiuto di qualsiasi tipo di
linguaggio articolato e comprensibile, e l’esaltazione invece dell’uso
dei gesti e dei versi inarticolati che ci permetterebbero tra l’altro
di poter comunicare con gli altri esseri viventi e quindi un miglior
rapporto con essi.
La teoria sta avendo un’enorme influenza anche sulla teoria della
comunicazione e dell’informazione, dimostrando l’assoluta inutilità dei
libri, di qualsiasi tipo di programma culturale e di qualsivoglia forma
di comunicazione delle idee.
Vero progresso si potrà avere solo promovendo programmi televisivi i
più confusionari e superficiali possibile, nei quali siano esaltati gli
ospiti più incompetenti dei vari settori, “scienziati” strafalcioni
senza ordine e metodo, politici campioni di contraddizioni e smentite,
artisti e poeti scopiazzatori, attenti solo alla promozione e non al
valore estetico, commentatori cialtroni, con conoscenze approssimative
su tutto e tutti e che hanno finalmente il coraggio di citare solo gli
autori di cui conoscono il meno possibile, cercando di stravolgere al
massimo il loro pensiero (tanto chi se ne accorge). In una parola una
teoria che considera la comunicazione per quello che veramente è e ha
il dovere di essere, nemica delle idee e capace di dissolvere tutti i
contenuti.
Immediatamente elaborato un documento con il quale si fonda la “Società
internazionale di studi ignorantistici”, con sede a Cambridge di Boston
e che ha come unica finalità, la diffusione dell’ignoranza e
dell’abbrutimento psicologico e sociale. Tra i firmatari alcuni tra i
più grandi scienziati e filosofi del mondo e praticamente una buona
parte degli intellettuali di Gallipoli (che in questo modo ancora una
volta dimostrano di essere all’avanguardia), con qualche deprecabile
eccezione.
Condizione per essere accettati nell’Associazione è la mancanza di una
pur minima, e tanto meno approfondita, conoscenza in un qualsivoglia
campo dello scibile umano e una delle condizioni per poterne diventare
presidente o dirigente è l’assoluto analfabetismo.
Identiche doti sono richieste per poter aspirare al ruolo di
amministratori pubblici, sia a livello locale che nazionale, ed è per
questo motivo che si è ormai attivata la spasmodica ricerca di
possibili candidati per le prossime elezioni, non più nella “società
civile”, ma in quella incivile, sicuramente, alla luce della nuova
teoria, la più avanzata e quindi la sola capace di portare l’umanità
verso un radioso futuro di vero progresso, raggiungendo le più alte
vette dell’ignoranza e dell’insipienza.